A poco più di 100 giorni di distanza dalla drammatica notte vissuta dal Napoli dopo la patita contro il Salisburgo, era il 5 novembre scorso quando la squadra si rifiutò di andare in ritiro, nulla è cambiato tra le parti. Società e calciatori restano distinti e distanti. La prima a chiedere un risarcimento danni, i secondi a fare muro e a non cedere a quanto chiesto da De Laurentis. In ballo ci sono 2 milioni di euro di multe che il Napoli ha chiesto di far pagare. E pesano soprattutto sulle teste di Insigne, Lozano, Manolas, Mertens, Milik e Zielinski. Sarà un giudice a decidere sul dossier ma dalla sentenza che rigetta la ricusazione dell’arbitro prescelto dal Napoli per la questione lodi arbitrali e multe si può capire cosa successe quella sera del 5 novembre nella ricostruzione del club di AdL. Come scrive la Gazzetta dello Sport, Terminata la gara fra Napoli e Salisburgo, i calciatori, in persona del capitano della squadra, avevano comunicato la loro indisponibilità a pernottare presso la sede del ritiro (…) dopo detta comunicazione, aveva avuto luogo una accesa discussione durante la quale il direttore sportivo aveva fatto presente che i giocatori si stavano rendendo responsabili di una grave e inaccettabile violazione contrattuale (…) Gran parte dei calciatori aveva inveito contro la società e il capitano aveva intimato al vice presidente di allontanarsi dallo spogliatoio, rivolgendogli alcune parole”.
E poi l’accusa pii grave, da un punto di vista civilistico, per i calciatori del Napoli: violazione dei diritti di immagine. Si legge ancora. “Risultavano violate anche le clausole della scrittura specificativa depositata contestualmente al contratto e costituente parte integrante dello stesso. I calciatori avevano inteso compiere, in maniera premeditata, un’azione clamorosa di ammutinamento nei confronti della società e massimamente lesiva dell’immagine di quest’ultima”.