Al termine di un’indagine coordinata dalla Procura di Napoli, la Guardia di Finanza ha arrestato 7 persone (ai domiciliari) e sequestrato beni mobili ed immobili per oltre 1,5 milioni di euro. Gli arrestati (sei uomini e una donnna) sono accusati di numerosi reati fiscali, quali dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione – portata a termine dai finanzieri del I Gruppo Napoli, con 24 perquisizioni scattate tra le province di Napoli, Caserta, Salerno, Torino e Sassari – conclude complesse investigazioni iniziate nel 2016 che hanno svelato il modus operandi di un gruppo criminale, con base nella provincia di Napoli, basato sulle cosiddette “frodi carosello”: prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti, per un corrispettivo complessivo accertato pari ad oltre 5 milioni di euro, coinvolgendo “società cartiere” dei più diversi settori merceologici, legalmente amministrate da “prestanome”. Oggetto della “frode carosello” era la compravendita di batterie per veicoli.
In particolare, dall’analisi delle movimentazioni bancarie, i finanzieri hanno accertato che una società di Napoli acquistava i beni da un operatore commerciale di Barcellona, interponendo nella compravendita un soggetto giuridico “fantasma” con sede a Volla, su cui sarebbe gravato l’onere del versamento dell’Iva, che mai veniva pertanto assolta. Il meccanismo illecito ha permesso la commercializzazione nel territorio nazionale di merci (ricambi per auto) a prezzi concorrenziali. Uno dei titolari della società, che svolgeva la funzione di missing trader, dopo ulteriori approfondimenti investigativi è risultato anche rappresentante legale di altre 13 “società cartiere”, acquisite nel tempo quando oramai avevano accumulato debiti e prossime a procedure concorsuali. Si trattava di società di diversi settori commerciali (trasporti merci su strada, commercio di legnami, metalli ferrosi e non, società di costruzioni edili, commercio di molluschi), che, a richiesta, per gli anni di imposta dal 2012 al 2016 hanno emesso fatture false nei confronti di 24 persone fisiche e/o giuridiche. Questo sistema fraudolento ha permesso la formazione di cospicui, non veritieri crediti Iva e il contestuale abbattimento della imposizione fiscale realmente dovuta. Il sequestro ha riguardato conti correnti, immobili, autovetture e quote societarie, consentendo il recupero di somme indebitamente sottratte al fisco da parte degli indagati.