Le aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit di Bagnoli, alla periferia di Napoli, sono state sequestrate dai carabinieri su proposta della Procura per disastro ambientale.
Gli indagati nell’inchiesta sono 21, tra cui: i presidenti e direttori generali pro tempore della ‘Bagnolifutura s.p.a.’ e del ‘Ccta’, laboratorio interno della Bagnolifutura, il direttore generale del ministero dell’Ambiente, il coordinatore del Dipartimento Ambientale del Comune di Napoli, i tecnici delle ditte esecutrici dei lavori di bonifica, due ex vicesindaci del capoluogo campano: Sabatino Santangelo, presidente della Bagnolifutura fino al 2006 e Rocco Papa, presidente della Bagnolifutura dal 2006 al 2010, entrambi vicesindaci di Napoli in giunte presiedute da Rosa Russo Iervolino, e il dirigente dell’Arpac.
I reati ipotizzati a carico degli indagati sono: truffa ai danni dello Stato, miscelazione di rifiuti industriali, favoreggiamento reale e disastro ambientale.
“Le vicende, secondo le indagini effettuate, dice una nota della Procura, sono avvenute in un contesto di generalizzato conflitto d’interesse, in cui tutti gli enti pubblici istituzionalmente preposti al controllo dell’attività di bonifica, quali Arpac, Comune e Provincia di Napoli, si sono venuti a trovare”. “L’interscambio dei ruoli tra controllori e controllati ed il conflitto di interessi degli enti pubblici sopra indicati, nonchè la condotta dei soggetti preposti alla vigilanza sulla salvaguardia ambientale che hanno avallato le scelte procedurali della Bagnolifutura ed hanno determinato il progressivo scadimento degli obiettivi di bonifica e dei controlli ambientali, hanno cagionato in tal modo, secondo l’ipotesi accusatoria, un disastro ambientale che il collegio dei gip ha ritenuto sussistente in relazione a tutte le aree oggetto di sequestro”.
L’inchiesta nasce dalla denuncia di una donna napoletana che, tempo fa si rivolse alla Procura partenopea, quando seppe di aver un carcinoma polmonare, conseguenza del fatto di risiedere, fin dalla nascita, nella zona di Cavalleggeri d’Aosta, vicina all’ex area industriale di Bagnoli. La donna purtroppo non è riuscita a sconfiggere la sua battaglia contro la malattia ed è deceduta nel 2011 ma la sua denuncia ha dato un importante input alle indagini. Da quella segnalazione, infatti, scaturirono i primi accertamenti investigativi, soprattutto di natura tecnica, che svelarono come la situazione ambientale della zona e le attività di bonifica programmate ed eseguite presentavano numerosi aspetti di ‘criticità’.
Centotrenta milioni di euro mal gestiti, al punto che, la bonifica dell’area di Bagnoli, dove erano allocate in precedenza le fabbriche Italsider ed Eternit, non è avvenuta. Questa l’accusa avanzata dal pm della Procura di Napoli, Stefania Buda, nell’ambito delle indagini coordinate dai procuratori aggiunti Greco e Fragliasso.