Napoli, i quarant’anni dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici

Non la prende con filosofia Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto italiano di studi filosofici perché la sua creatura è a un passo dalla bancarotta. Tranne appelli e volenterose campagne stampa ma a Napoli poco o nulla si muove concretamente. Marotta  sta vedendo boccheggiare l’Istituto dal 2009, anno in cui il ministro dell’Economia Giulio Tremonti iniziò a sforbiciare i fondi che Carlo Azeglio Ciampi, prima come premier e poi come presidente della Repubblica, aveva deciso di stanziare per dare ossigeno alle attività di Palazzo Serra di Cassano. I finanziamenti oggi sono del tutto spariti, tranne qualche raro e non certo robusto contributo di privati innamorati della forza di volontà e della caparbietà di chi, nel 1975, decise di fare del capoluogo campano il centro europeo e mondiale della divulgazione filosofica iniziando dal salotto di casa sua. A Palazzo Serra di Cassano, per citarne solo alcuni, si sono fatti vedere Karl Popper e Hans-George Gadamer e, più di recente, Vittorio Hosle, e cioè il consulente filosofico di papa Francesco. Nel 1993 un rapporto Unesco sottolineava una dimensione di rinascita intellettuale che non ha pari nel mondo: “L’Istituto organizza corsi e colloqui ovunque nell’Europa occidentale, pubblica opere in sei lingue, antiche e moderne, contribuendo a fare della sua città una vera capitale culturale”. In gioco ci sono, soprattutto, i 300 mila volumi raccolti nel corso di una vita da Marotta. Testi rarissimi che contano anche gli originali di Giordano Bruno e Giambattista Vico. Un tempo erano a disposizione degli studiosi di tutto il mondo ed oggi sono impacchettati in enormi scatoloni custoditi in un deposito dalle parti di Casoria, nella provincia Nord di Napoli. Quando saranno finiti i soldi per pagare il fitto del capannone a Casoria l’esodo di pagine inestimabili della nostra storia diventerà ingestibile. . Bisognerebbe trovare una nuova casa per questo gigantesco giacimento di conoscenza. De Magistris nel 2014 si era impegnato a risolvere in tempi rapidi la questione. Un paio di idee sul tavolo, ma ancora nulla è stato deciso. A festeggiare i quaranta anni dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Marotta hanno scelto di non mancare, invece, i giovani di Palomonte. L’avvocato Marotta, ha da poco lanciato da Palomonte la prima “Agorà” dei Giovani, un centro di cultura con il marchio e lo spirito del prestigioso Istituto. Sta di fatto che è scoccata una scintilla e da Napoli è arrivata una carica di libri ed entusiasmo alla quale i giovani del piccolo comune hanno saputo rispondere. E’ nata così, in provincia, una longa manus dell’Istituto. Senza soldi e senza clamore, accanto ai loro professori, scolaresche, universitari, contadini e perfino politici di varia provenienza hanno discusso di temi umanistici e storici, riflettuto sull’ordinamento dell’Europa e, da ultimo, di biblioteche. Perché dove c’è Marotta ci sono libri, ma anche spirito ribelle e la cultura non canonica, non accademica. Naturalmente c’è una biblioteca, a Palomonte, subito arricchita da una piccola ma preziosissima donazione dell’avvocato, che è arrivato l’estate scorsa con i volumi di Mario Pagano sottobraccio.

 

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