Napoli: l’autorevolezza prevale sulle amnesie

Questo è un grande Napoli. Lo si può dire, perché una squadra che in due partite realizza sette gol, che ha un gioiello come Hamsik che già è andato a bersaglio quattro volte, ma ce ne sono tante di note positive. Ma grande Napoli significa anche perfetto? No, la perfezione c’è stata nella prima partita contro il Bologna, lì davvero la squadra è stata una macchina con meccanismi già rodati e senza alcun intoppo. Con il Chievo, invece, ci sono state amnesie preoccupanti, che hanno fatto sì che il primo tempo terminasse sul risultato di 2-2 e con un carico di perplessità e di incertezze. Eppure era stato un dominio assoluto da parte degli uomini di Benitez, devastanti nelle folate offensive, ma vacillanti nella fase difensiva. Così, dopo la perla di Hamsik dal limite dell’area, un pasticcio tra Britos e Reina ha messo Paloschi nelle condizioni di battere a rete. La risposta azzurra è stata immediata e ruggente con Higuain che, involatosi sulla sinistra, ha servito al centro un assist al bacio che Callejon doveva solo depositare in rete. Impatto fantastico dello spagnolo con la nuova realtà partenopea, due partite e due gol in barba a chi lo riteneva inadeguato e imbolsito dopo averlo visto all’opera nelle gare di pre-campionato. Ma l’insidia era dietro l’angolo, perché dopo una mischia in area, il pallone è finito sui piedi di Paloschi a cui è stata data troppa libertà in area, così ha avuto il tempo di girarsi e di battere un incerto Reina. Nella ripresa, però, è stata tutt’altra musica, il Napoli ha assediato sin dai primi minuti la porta di Puggioni, il gol era nell’aria, così ci ha pensato ancora Hamsik a dissipare qualche fantasma. Lì il Chievo era in evidente debito d’ossigeno il Napoli, invece, viaggiava sull’onda dell’entusiasmo e, approfittando di un’illuminazione di Insigne, anche Higuain si è sbloccato archiviando di fatto la partita. Sul 2-4 non c’è stata più storia, i clivensi più con la forza dei nervi, hanno provato a non arrendersi, ma il Napoli aveva la partita in pugno e, infatti, non ci sono stati più squilli. Che dire, va rivisto qualcosa in difesa, ingenuità davvero imbarazzanti quelle che hanno permesso al Chievo di segnare due gol, sicuramente non degne di una squadra che ambisce al tricolore. Poi è emerso il maggiore tasso tecnico, una qualità nettamente superiore da parte del Napoli ed è stato sbancato il Bentegodi, un campo che negli ultimi anni si è rivelato sempre ostico. Ma, al di là delle distrazioni che potevano compromettere il risultato, di buono c’è stato davvero tanto. Un Hamsik per il quale non bastano più gli aggettivi, solo un extraterrestre può fare ciò che fa lui, gol da tutte le posizioni, con entrambi i piedi, in due partite si può dire che sia in fuga nella classifica cannonieri, ed è pur sempre un centrocampista. Ma il Napoli non è solo lo slovacco, c’è un Callejon sempre più prezioso per gli schemi di Benitez, incisivo negli inserimenti, utile in fase di ripiegamento, un acquisto azzeccato. Ma gli applausi li merita anche il Pipita Higuain che, ad onta dell’incidente in barca occorsogli in quel di Capri, ha fornito una prestazione da incorniciare a Verona. Assist per il secondo gol, primo centro per lui in campionato con la maglia azzurra, e va anche detto che non si è risparmiato in fase difensiva, spesso tornava a dare manforte ai compagni per poi far sentire il suo peso in attacco. Positivo anche il debutto in campionato di Insigne, una gemma il suo assist proprio per il Pipita, bene anche Inler a centrocampo, mentre la difesa è stata guidata dall’ottimo Albiol, ma sono stati commessi degli errori davvero marchiani. Fortunatamente si è riusciti a rimediare, ma questo piccolo campanello d’allarme relativo alla retroguardia va preso in considerazione ora che c’è ancora la possibilità di correre ai ripari innestando un altro tassello, per il resto la squadra diverte, convince, vince e sogna…

Maurizio Longhi

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