Un documentario realizzato da una tv pubblica della Svizzera ha lanciato l’allarme sulle eruzioni dei Campi Flegrei, ipotizzando uno scenario molto preoccupante per tutta la zona e per la città di Napoli che verrebbe “sepolta come Pompei”.
Il titolo del documentario che da giorni circola anche su YouTube è “Napoli, il supervulcano che minaccia l’Europa”: si tratta di un reportage di oltre 40 minuti con previsioni “apocalittiche” per il Capoluogo della Campania. Il filmato ha destato molto scalpore provocando anche la reazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, intervenuto per smentire categoricamente quanto affermato nel documentario.
Secondo il documentario della tv svizzera, un’eruzione ai Campi Flegrei distruggerà la città di Napoli, coprendola sotto trenta metri di materiale vulcanico e causerà gravi problemi in tutto il Sud d’Italia, con ripercussioni negative anche in gran parte d’Europa.
Nel filmato ci sono anche delle ricostruzioni dell’eventuale tragico evento, con il Centro Storico di Napoli completamente ricoperto di cenere. In una scena si vede piazza del Plebiscito sommersa dalle nubi ardenti, in un’altra la Chiesa di San Francesco da Paola distrutta con le fiamme che escono addirittura dai finestroni.
Oltre ai filmati, anche alcune dichiarazioni rilasciate da diversi studiosi hanno lasciato interdetti gli spettatori. Gli scienziati intervenuti hanno parlato di uno scenario tragico per Napoli, per l’Italia e per l’Europa: ipotesi che l’INGV ha voluto prontamente smentire.
La smentita dell’INGV sui Campi Flegrei
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sul proprio sito ufficiale, ha pubblicato un comunicato stampa con il quale smentisce le ipotesi avanzate dal documentario della tv svizzera su eventuali effetti catastrofici di una possibile futura eruzione ai Campi Flegrei.
“Risulta dissonante quanto si può osservare in alcuni articoli di stampa che rilanciano un documentario della tv svizzera sui catastrofici effetti di una futura eruzione ai Campi Flegrei – si legge nel comunicato – si tratta di una informazione non basata su dati, e che ignora completamente tutte le importanti attività scientifiche e di pianificazione che hanno visto, e ancora vedono, scienziati e Protezione Civile lavorare fianco a fianco per gestire al meglio delle conoscenze la pericolosità vulcanica e il relativo rischio di una delle aree più antropizzate al mondo”.
E ancora: “Sviluppare un racconto che mette insieme quanto avvenuto nelle due più devastanti eruzioni che hanno sconvolto i Campi Flegrei con quanto sta avvenendo in questa fase bradisismica è solo un esercizio di sfoggio di grandi effetti speciali per chi realizza documentari, e una cancellazione di anni e anni di condivisione di dati e informazioni da parte di chi ne scrive enfatizzando l’allarmismo. Tutto ciò non ha alcun senso scientifico e, soprattutto, è un’informazione dannosa che sfrutta il sensazionalismo e raccoglie l’attenzione dello spettatore-lettore terrorizzandolo”.
Nel comunicato pubblicato dall’INGV sul proprio sito ufficiale, viene inoltre sottolineato che nessuna delle settanta eruzioni avvenute nell’area dei Campi Flegrei durante gli ultimi 15mila anni, dopo il collasso calderico del Tufo Giallo Napoletano, si avvicina neanche lontanamente allo scenario che è stato rappresentato nel documentario della tv svizzera e riportato da diverse testate giornalistiche.
Fonte: Silvio Frantellizzi