Napolitano. “Dalla crisi esce un Paese più sobrio”

“Noi non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni più giovani e di quelle che verranno questa spaventosa eredità”. E’ il monito lanciato da Bologna dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando del debito pubblico dell’Italia. Il Capo dello Stato ha sottolineato che “i sacrifici, le severità e le durezze” messe in campo dalle misure amministrative e governative puntano all’obiettivo “essenziale per il futuro del Paese che è l’abbattimento del debito pubblico accumulatosi nel tempo”. Debito pubblico che, per il Colle, “è uno dei fattori di esposizione dell’intero contesto europeo ai rischi di deflagrazione”. Tanto che Napolitano, scherzando, mai avrebbe immagino che “il termine spread” potesse diventare di uso comune. “Questi alti e bassi già ci mettono sulle spalle una ancora maggiore entità di spesa per onerare i titoli del debito pubblico. Necessità a cui si legano misure restrittive che per quanti sforzi si facciano hanno un impatto sulla crescita”. Da qui l’invito a “fare uno sforzo per selezionare molto bene le riduzioni di spesa pubblica”. Insomma, è il suggerimento del capo dello Stato, “tagliare alla cieca è fuorviante”. Napolitano durante il suo intervento cita spesso la parola sacrificio. “Ho parlato spesso di coesione sociale, che è un aspetto importante di tutte le politiche pubbliche – sottolinea il presidente della Repubblica –  è un bene prezioso e riguarda ogni sforzo per evitare che diventino dirompenti i conflitti tra interessi diversi, ma seguire un criterio di solidarietà e di coesione sociale non può significare immobilismo”. Non si può escludere, ha ripetuto il Presidente, che dalla crisi economica esca un’Italia “materialmente impoverita”, ma l’importante, “è che esca più sobria e più giusta”.

Il nuovo sforzo da fare, secondo il pensiero di Napolitano, è l’eliminazione delle spinte conservatrici che permangano nella società italiana. “Molto deve cambiare nei comportamenti, nelle posizioni acquisite e nelle aspettative”, ribadisce il presidente della Repubblica.  “Una cosa – ha spiegato – è la distribuzione  equa dei sacrifici, altra cosa è che ci sia qualcuno che si sente esentato”. Un conservatorismo vivo anche nell’assetto politico-istituzionale italiano. Il suo pensiero va al Parlamento e alla revisione del ruolo delle province. “Ci sono questioni accumulatesi nel tempo che ora affrontiamo con molto ritardo, e più c’è ritardo più le questioni si aggrovigliano”. “Siamo alle prese con una riforma del Parlamento, si parla del superamento del bicameralismo perfetto, e non sarà facile venirne fuori nonostante appelli e sollecitazioni. E sulle Province ha ricordato: “si è andati avanti e indietro, e si è presa una decisione parziale”. “Abbiamo molto da rivedere dal livello regionale in giù”, aggiunge Napolitano, precisando che la riforma istituzionale va risolta “con razionalità e visione d’insieme”.

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