Si è concluso con un lungo applauso la commemorazione di Placido Rizzotto, il sindacalista ucciso dalla mafia 64 anni fa, nel ’48, e i cui funerali si sono celebrati soltanto oggi alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano. L’uscita del feretro dalla chiesa madre di Corleoneè stata accolta da centinaia di persone e da decine di bandiere della Cgil.Il capo dello Stato all’uscita della chiesa ha detto che “c’è molto di nuovo in Sicilia, c’è molto di nuovo nella coscienza della gente siciliana e, in modo particolare, dei givani siciliani. E’ un elemento di forza per tutto il Paese”. Ai giornalisti che gli facevano notare che in poco meno di 24 ora ha raggiunto tre luoghi simbolici nella lotta alla mafia, come Capaci, Corleone e Portella della Ginestra il capo dello Stato ha risposto: “Naturalmente il filo conduttore è lo stesso. Rendere onore a chi ha combattuto e anche a chi ha pagato con la vita, perché i sacrifici hanno dato i loro frutti”. E sui recenti episodi accaduti, (in primis la morte di Melissa), ha commentato: “Vigioleremo sui rischi derivanti dalla lotta alla mafia”.Su Rizzotto poi ha aggiunto: “Certamente Placido Rizzotto è un capitolo della memoria condivisa di questo Paese”. “ Abbiamo appena finito di celebrare i 150 anni dell’unita’ d’Italia – ha ricordato Napolitano – e sebbene la vicenda Rizzotto non ne faccia parte, non possiamo non considerarla a pieno titolo come memoria condivisa degli italiani”.Un “eroe civile”, così definisce Rizzotto la leader Cgil Susanna Camusso presente ai funerali: “Noi andremo avanti nella ricerca della giustizia chiediamo la riapertura del processo perché questa pagina buia della storia possa essere chiusa”. E ancora: “Rizzotto era mosso da un profondo senso di giustizia”.
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