Napolitano: Farò del mio meglio, ma non resto al Colle

Le difficoltà di varare un governo con una maggioranza solida che possa varare tutte quelle norme economico-politiche di cui il Paese necessita resta il primo punto dell’agenda del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a poche settimane dalla fine del suo settennato. Il capo dello Stato non nasconde il delicato momento che sta vivendo la democrazia parlamentare italiana dopo il voto dello scorso 24 e 25 febbraio. Tutti guardano a lui come l’unico che possa fare uscire i partiti politici dal corto circuito elettorale alla vigilia della nascita di un nuovo governo. Intervenendo alla conclusione della commemorazione del Premio Nobel e senatrice a vita Rita Levi Montalcini, il capo dello Stato si è detto “commosso per la metafora laudativa del faro” che l’ex ministro ed ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Conso gli aveva rivolto poco prima. “Che sia faro o sia una luce normale, umana – ha detto il presidente della Repubblica – certe volte si fa fatica nella nebbia ma io cerco di fare del mio meglio”. Napolitano conferma che, nel rispetto delle norme costituzionali, “farò quel che debbo fino all’ultimo giorno del mio mandato”.

Il presidente della Repubblica respingere l’idea di una sua riconferma nella carica, suggerita oggi, nel corso di una cerimonia all’Accademia dei Lincei per commemorare Rita Levi Montalcini, dall’ex ministro ed ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Conso. “Ringrazio Conso – ha spiegato il capo dello Stato – ma vorrei sottolineare come la conclusione dei sette anni del mio mandato corrisponda perfettamente alla concezione che i padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica, alla continuità delle nostre istituzioni ma anche alle leggi del succedersi delle generazioni”.

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