Giorgio Napolitano rilancia un governo di intesa nazionale tra le principali forze politiche che siedono in Parlamento e lascia al suo successore la patata bollente di varare il nuovo esecutivo. Analizzando le relazioni conclusive dei Gruppi di lavoro in materia economico-sociale ed europea e sui temi istituzionali ribadisce che “solo da scelte di collaborazione che spetta alle forze politiche compiere può scaturire la formazione del nuovo governo di cui il paese ha urgente bisogno”. Un esecutivo che, precisa Giorgio Napolitano, non può nascere per “impulso del Presidente della Repubblica uscente ripercorrendo un sentiero analogo a quello battuto con successo nel novembre del 2011. La parola e le decisioni toccano alle forze politiche, e starà al mio successore trarne le conclusioni”.
Il capo dello Stato ringrazia i ‘saggi’ che hanno accettato di far parte dei due gruppi di lavoro chiamati “a mettere a fuoco temi di estrema attualità e importanza in campo istituzionale e in campo economico-sociale ed europeo”.
Napolitano, si legge in una nota del Quirinale, precisa che “nelle premesse alle due relazioni si richiama con assoluta correttezza il senso e il limite del compito da assolvere, con la giusta attenzione a non interferire né con l’attività del Parlamento né con le decisioni che spettano alle forze politiche. Una selezione delle questioni di maggior rilievo da affrontare nell’uno e nell’altro campo, un elenco ragionato di possibili linee di azione, lasciando alle forze politiche l’apprezzamento dei margini di convergenza e di divergenza su proposte da considerare ai fini di un impegno di governo”.
Le relazioni dei saggi saranno consegnate al nuovo Presidente della Repubblica e saranno pubblicate anche sul sito del Quirinale per essere valutate da tutti i cittadini italiani.
“Le due relazioni – spiega il presidente della Repiubblica – valgono a porre più che mai al centro dell’attenzione delle forze politiche i problemi essenziali cui sono legati sia il soddisfacimento delle attese e dei bisogni più urgenti dei cittadini e del paese, sia lo sviluppo futuro dell’Italia, della società e della democrazia italiana. Una seria considerazione – anche con l’ausilio delle analisi e delle indicazioni fornite dai due gruppi di lavoro – dei problemi da affrontare, delle situazioni critiche da superare, delle potenzialità da cogliere e mettere a frutto, può stimolare la ricerca di convergenze tra le forze politiche, può favorire un clima costruttivo nel nuovo Parlamento, suggerire forme praticabili – nel quadro segnato dai risultati elettorali – di condivisione delle responsabilità di governo e dei percorsi di riforma necessari. Quel che trasmetto è dunque, credo, un testimone concreto e significativo”.
Il Presidente Napolitano ha quindi rilevato che “dai due cicli di consultazioni da me tenuti – senza perdere nemmeno un giorno dopo l’insediamento delle nuove Camere – tra il 20 e il 30 marzo, è risultato chiaramente che solo da scelte di collaborazione che spetta alle forze politiche compiere, segnandone i termini e i confini, può scaturire la formazione del nuovo governo di cui il paese ha urgente bisogno. Essa non poteva dunque nascere per impulso del Presidente della Repubblica uscente ripercorrendo un sentiero analogo a quello battuto con successo nel novembre del 2011. La parola e le decisioni toccano alle forze politiche, e starà al mio successore trarne le conclusioni”.