“E’ altamente positivo che in un momento di grave difficoltà e di grande importanza per il nostro Paese e per l’Europa, il presidente del Consiglio rappresenti l’Italia a Bruxelles forte del mandato su cui si è registrata in Parlamento una sostanziale e larghissima convergenza”. Commenta così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il vertice di Bruxelles, dove Monti dovrà mettere d’accordo i diversi leader europei, in primis la Germania. Di preoccupante però per il Capo dello Stato c’è la situazione del Governo, dove gli scontri tra i partiti sono all’ordine del giorno. “Con le tensioni che si manifestano anche in rapporto alla prospettiva delle elezioni per il rinnovo, nell’aprile del 2013, della Camera e del Senato, si intreccia – aggiunge il Capo dello Stato – il venir meno dell’intesa realizzatasi poche settimane fa, nella competente commissione del Senato, su un significativo progetto di revisione dell’ordinamento della Repubblica (seconda parte della Costituzione)”. “E’ quel che ha sancito l’approvazione, ieri sera, da parte dell’Assemblea, con un voto di ristrettissima maggioranza, di un emendamento sulla composizione del Senato, cui seguirà l’esame di altro emendamento o gruppo di emendamenti egualmente estraneo alla larga intesa raggiunta e presentata il 1° giugno dal presidente della I commissione, senatore Vizzini”, conclude Napolitano. “Le forze politiche, sollecita il Presidente della Repubblica, giungano in tempi brevi ad un’intesa definitiva sulle modifiche costituzionali già concordate e sulla legge elettorale. Per il Presidente non c’è però, a fine legislatura, il clima politico adatto per revisioni più radicali della Carta costituzionale. “Debbo esprimere il mio convincimento -afferma il Capo dello Stato- che pur legittime proposte di più radicale revisione costituzionale richiedono una ponderazione e un confronto di certo non immaginabili in questo periodo e clima di fine legislatura. Auspico perciò vivamente che si giunga ad una conclusione positiva sul già concordato progetto di più circoscritte modifiche costituzionali, e che ad esso si congiunga un accordo, da portare all’approvazione del Parlamento, su quella nuova legge elettorale la cui necessità è stata riconosciuta dal più ampio arco di forze parlamentari da me consultate all’inizio dell’anno”.
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