Potrebbe costituire un’occasione per il Sud
Anche se l’attenzione si è concentrata sulle modalità di elezione dei Senatori, il cardine della riforma si trova nell’art.1, che detta le funzioni del costituendo organismo. Tutti d’accordo, sul fine di superare l’attuale bicameralismo e riservare alla sola Camera la funzione della fiducia al governo, senza che questo comporti l’eliminazione del Senato, lo scopo della riforma sarà quello di assegnare a quest’ultimo un ruolo importante ma diverso da quello della Camera. Da anni si parlava di spostare l’impegno del Senato dall’insieme della legislazione alla parte di essa che riguarda il disegno delle autonomie territoriali, quel disegno che la tredicesima legislatura aveva lasciato incompiuto. Se questi sono gli intendimenti, cioè che della seconda Camera ne facciano parte consiglieri regionali e sindaci, legittimamente e democraticamente eletti nei propri territori, non dovrebbe alle opposizioni far gridare allo scandalo, soprattutto a chi contribuì al varo del cosiddetto ‘Porcellum'(vedi Calderoli-Lega Nord), perché è conseguenza dei principi di rappresentanza democratica e così avviene in tutti quei Paesi in cui la seconda Camera rappresenta territori dotati di forte autonomia. Quindi il futuro rinnovato Parlamento avrà un compito di alto profilo costituzionale e politico sociale, in un Paese come il nostro che presenta i più gravi squilibri regionali(economici, culturali e sociali), tra i grandi Paesi dell’Europa occidentale. Questa riforma, se adeguatamente applicata, potrebbe offrire l’occasione di affrontare e risolvere il più vecchio, intricato ed intollerabile dei nodi strutturali del nostro Paese, gli squilibri territoriali, in altri termini la questione meridionale. E ritornando al dato di fatto, che l’art 1 rappresenta il cardine di questa riforma, proprio esso offre l’occasione per il raggiungimento di questo obiettivo ed a chiare lettere così recita:” Il Senato… concorre all’esercizio delle funzioni di raccordo fra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’Unione Europea……Valuta le politiche pubbliche e le attività delle pubbliche amministrazioni…. Verifica l’impatto delle politiche dell’Unione Europea sui territori…Concorre a esprimere pareri sulle norme di competenza del governo nei casi previsti dalla legge e a verificare l’attuazione delle leggi dello Stato. Da più parti si potrebbe obiettare che i consiglieri regionali eletti, essendo di appartenenza partitica, cercheranno ciascuno di strappare quanti più soldi possibili alle casse dello Stato a favore delle proprie regioni. Ma questo si può evitare se il governo imporrà severi vincoli di bilancio, al fine di evitare il formarsi di un comune fronte corporativo per strappare quattrini secondo un criterio di spartizione del bottino accettato da tutti. Sarà inevitabile che i rappresentanti delle singole regioni comincino a scontrarsi tra di loro su argomenti di efficienza e controllo della spesa: Regioni che spendono troppo e male si troveranno in difficoltà difronte ad accertamenti severi sui loro conti e dei loro risultati da parte dei colleghi di altre Regioni. E così avverrà se gli uffici del Senato si trasformeranno in organi di inchiesta e valutazione di alto livello delle pubbliche amministrazioni a livello locale, sia di quelle autonome che di quelle dipendenti dai ministeri. E’ evidente che i consiglieri regionali se avessero alle loro spalle questi organi efficienti, essi stessi si trasformerebbero, una volta designati al Senato, in campioni del risparmio, dell’efficienza e della qualità dei servizi. Ma quanto ipotizzato nello scritto, diventerà realtà o resterà mera utopia?