Corrado Passera ha presentato ieri il suo progetto politico “Italia Unica” all’Aranciera di San Sisto, sottolineando che non è più tempo di piccoli passi perché l’urgenza è grave. Per cambiare passo, ha continuato, non basta parlare di cosa fare ma di come farle, partendo da bisogni concreti e facendo toccare con mano “alle imprese i crediti della Pa” ed alle famiglie “ i soldi che possano permettere di arrivare a fine mese”. Partiremo dalle cose vere, ha affermato, e non chiederemo finanziamenti pubblici, ed “Italia Unica” non sarà né a destra, né a sinistra, ma un movimento radicato ed un incubatore di competenze. L’obiettivo? Far uscire l’Italia dall’angolo. Seguirà a breve un viaggio di ascolto in giro per l’Italia ed un lavoro con le rappresentanze per arrivare ad un confronto e consultazione via web. La prima tappa importante sarà il lancio di una vera organizzazione e, in quel momento, sarà spiegato nel dettaglio e dal loro punto di vista le soluzioni ai problemi del Paese. L’ex ministro del governo Monti ha sottolineato che non può dire al momento se diventerà partito, affermando che: “ La politica deve fare la sua parte ed ho sempre condiviso la convinzione che ognuno di noi si deve sentire responsabile della comunità di cui si fa parte: sentitevi custodi di tutto e di tutti, ha detto Papa Francesco. Parole semplici che sintetizzano tutto.” E poi:”Le tasse ci stanno dissanguando, dobbiamo ridurre come minimo di 50 mld le tasse, a fronte di una riduzione di costi. Bisogna premiare fiscalmente le aziende che investono, le aziende che assumono, aiutare le famiglie sotto un certo reddito, con figli. Ora voglio riassumere per grossissime linee la figura di Corrado Passera che è un banchiere, manager e politico italiano. È stato ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti del governo Monti. Nel 1998 il Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi del Governo Prodi I lo nomina amministratore delegato della neonata Poste Italiane Spa. Sotto la sua gestione le Poste entrano nei servizi finanziari attraverso la costituzione di Banco Posta e viene approvato un piano d’impresa per il 1998-2002 che attua tra le altre cose il taglio di oltre 20 000 posti di lavoro considerati in esubero. Io non desidero sferrare attacchi a Corrado Passera, uno dei quali potrebbe essere il coinvolgimento nella vicenda Marò. Cito comunque quanto dichiarato dall’ex Ministro degli esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, durante il Governo Monti. L’attacco durissimo arriva in questi termini: “Se oggi i nostri marò si trovano in questa situazione, la colpa è del governo Monti. Questa vicenda è frutto di un vergognoso errore di Monti su istigazione dell’allora ministro Passera”, che rispedirono i due militari italiani in India dopo che erano rientrati in Italia. Dimessosi dalla Farnesina in segno di protesta con le decisioni di Monti, Terzi risponde così quando gli chiedono per quale motivo allora il governo italiano abbandonò la procedura di un arbitrato internazionale, che in un primo momento era stato annunciato e avviato: “Non so perché fu abbandonata la strada dell’arbitrato. Posso dirvi, però, che le motivazioni che mi vennero vibratamente rappresentate da Monti e Passera per ribaltare la decisione di trattenere i marò in Italia, erano fondate su motivazioni di natura economica, dei danni che avrebbero subito le nostre imprese e dalle reazioni indiane”. In conclusione voglio evidenziare le ultime dichiarazioni politiche di Passera che in quanto alla legge elettorale, ha affermato: “In quale Paese al mondo al primo turno non si va da soli?”, mentre con l’Italicum si penalizza chi non si coalizza. E ancora: “Gli italiani chiedono di scegliere i propri rappresentanti ma la Seconda Repubblica risponde che non se ne parla neanche e le liste restano bloccate”, e che “bisogna rimediare ai disastri del centralismo, ma anche a quelli del federalismo”. Avverte poi che la questione è tale da spingere le persone ad andare via, visto che ci sono dieci milioni di persone con problemi di lavoro. Siamo a un punto in cui la crisi potrebbe accelerare e diventare pericolosa. Va interrotta la tendenza di tanti italiani a pensare che il futuro sia altrove. Tutto questo crea una situazione di rancore e intolleranza. Io naturalmente credo a quanto afferma e sono certo dell’inversione di tendenza delle sue idee e del suo desiderio di realizzarle, ma purtroppo devo annotare che sono in controtendenza con il suo background politico e professionale, ed in aperta polemica rispetto alle riforme in corso di realizzazione. E mi chiedo: “Perché?”. Scusatemi ma per me vale giornalisticamente il “dubito ergo sum”, ovvero guardare sempre dietro alle spalle alle notizie.
Roberto Cristiano
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