Nasce la ‘Commissione Hamilton’. Il campione del mondo ha deciso di scendere in campo in prima persona per dare maggiore possibilità ai giovani appartenenti a minoranze. Durante la mia carriera – ammette il britannico sul Sunday Times e riportato da Repubblica – ho combattuto contro il razzismo. Quando iniziai con i kart mi furono gettate cose addosso. I fan si colorarono di nero le loro facce quando cominciai in Formula 1.
In questo editoriale non sono mancati gli attacchi alla Formula 1: “In questo mondo esistono ancora delle barriere. Sono abituato a considerare che le persone non mi difenderanno quando subirò atti razzisti, perché nessuno può capire cosa sto attraversando. La natura immutabile della Formula 1, che non è mai cambiata nel corso della mia carriera, suggerisce che solo una certa categoria di persone è la benvenuta di questo sport. Ancora oggi i media mi fanno domande in modo diverso rispetto a quelle che rivolgono ai miei avversari, accusandomi direttamente o meno“.
E il britannico ha svelato il suo sogno: “Il tempo per le banalità e pretese è finito. Spero con questa commissione di consentire un cambiamento reale, tangibile ed evidente. Quando mi guarderò indietro, tra vent’anni, voglio vedere uno sport che, dopo aver dato tali opportunità ad un timido, piccolo uomo nero di Stevenage della classe operaia, si sia trasformato come il mondo complesso e multiculturale in cui viviamo“.
Il campione del mondo è ritornato anche sulla morte di George Floyd: “Sono ancora sopraffatto dalla rabbia. I tempi dei gesti liberi sono passati. Voglio sentire giovani e studenti che affrontano questi problemi quotidianamente. Diversi partner stanno lavorando su tematiche legate al razzismo e si uniranno presto a questo progetto per portare le loro conoscenze“.