Nasce ‘Partecipazione Attiva’, partito degli ex M5S, che ha già votato l’atto costitutivo del suo Statuto. Il suo logo, presentato in un’assemblea che ha dato via al nuovo soggetto, verrà presentato ufficialmente oggi, 3 settembre. A loro guarda con interesse Davide Casaleggio.
Un progetto politico che nasce sulle ceneri del #MovExit, nato il 10 agosto, nella “notte delle stelle cadenti”, la manifestazione promossa da decine di militanti e rappresentanti nelle Istituzioni, per solennizzare, a suon di cancellazione dell’iscrizione, lo strappo con il Movimento fondato da Grillo. Se si tratterà di una ennesima metamorfosi cavalcata da un nutrito numero di iscritti delusi fuoriusciti.
Rigido rispetto del limite dei due mandati e degli ideali, dei principi e degli elettori “traditi” dal Movimento 5 Stelle. I fuoriusciti 5 Stelle si riorganizzano in un nuovo soggetto politico che a livello nazionale intende raccogliere l’eredità di quello che era stato il Movimento delle origini.
Sarà un nuovo movimento che parte dal territorio, anche se a livello parlamentare il raccordo è con i deputati e senatori de ‘L’Alternativa C’è’, quelli che si sono radunati nella componente del Misto dopo essere stati espulsi dal M5s per non aver votato la fiducia al governo Draghi.
Partecipazione Attiva, che vede tra le sua fila la consigliera regionale ex M5s Francesca De Vito, vuole “proseguire sulle orme del progetto iniziale” e ripartire da zero per dare una nuova prospettiva politica a tutti coloro che si sentono “delusi dal nuovo corso del M5S e che hanno perduto una loro collocazione politica”.
Come orizzonte elettorale hanno le prossime amministrative del marzo 2022, dove inizieranno a presentare la loro lista anche se uno dei primi Comuni in cui è già partita la controffensiva di ‘Partecipazione Attiva’ è Ciampino dove la sindaca Daniela Ballico è caduta sul voto di bilancio anche per mano di Paola Cedroni, fresca di uscita dal Movimento 5 Stelle in direzione ‘Partecipazione Attiva’.
‘L’Alternativa c’è’ nei prossimi giorni proverà a istituzionalizzare in un gruppo alla Camera la sua presenza parlamentare. Una discussione al momento animata soprattutto dalla consigliera regionale del Lazio Francesca De Vito, chiamata a radunare attivisti e portavoce delusi. Proprio nei giorni scorsi, in Emilia Romagna per esempio, si è consumata una nuova diaspora all’interno del M5S: 37 tra attivisti, consiglieri ed ex consiglieri hanno annunciato il loro addio al Movimento di Conte.
«Gran parte delle ultime scelte politiche oltre all’allontanamento totale dalle nostre battaglie originali, stanno provocando in migliaia di attivisti e milioni di elettori un sentimento di dolore e tradimento», scriveva qualche giorno fa sui social la De Vito. Annunciando il punto sulla nuova iniziativa politica. Nel mirino, soprattutto programmi e candidature in vista per i prossimi appuntamenti con le urne. Rispetto alle quali l’ex grillina, tra i protagonisti della nuova formazioni di esulti pentastellati, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa ha dichiarato: «Tutte le decisioni calate dall’alto, compreso il nome della candidata a Milano, Napoli e in Calabria, senza il rispetto della votazione effettuata dagli iscritti, non sono accettabili. Quanto il nuovo “presidente” si accinge a fare adesso sui territori – attacca la consigliera ex M5S – è decisamente fuori tempo massimo».
Non solo, la De Vito incalza e aggiunge: «Siamo finiti bolliti come la rana. Sciolti e inghiottiti inesorabilmente nelle fauci del Pd. Ormai ciò che era un sogno si è frantumato davanti ai personalismi ed alla volontà di creare un “partito” dove c’era un progetto sociale prima che politico, che metteva i cittadini al vertice di una piramide rovesciata». E promette: «Ora tutta questa rabbia va convogliata in un processo democratico dove i principi ed i programmi che ci avevano resi “diversi” tornino ad essere rispettati». Una dichiarazione d’intenti, quella della De Vito, nuovamente confermata sulla propria pagina Facebook, dove si legge: «La strada del Movimento2050 non mi appartiene ma questo non significa abbandonare gli obiettivi e le promesse fatte in campagna elettorale. Rifiuto e vado avanti con le stelle nel cuore ma non più sulla bandiera»
Conte è sfidato da ex attivisti e alla guida di un partito fiaccato al suo interno e debole sul territorio. Premesse che preconizzano la bocciatura sul campo ai prossimi esami elettorali.