Dopo il brand, “I Love Norcia” sarà anche il nome della onlus in via di costituzione, creata per sostenere le popolazioni terremotate di Norcia. L’ onlus riunirà imprenditori, commercianti, allevatori, agricoltori e tutti coloro che abitano ed amano questa cittadina, ma anche tutti coloro che da tutto il mondo vogliono dare una mano affinché dopo i terribili momenti del sisma, questi luoghi tornino a nuova vita e non vengano abbandonati.
“I love Norcia” lavorerà non solo per aiutare a ricostruire, ma anche per provare a dare una speranza a coloro che vogliono rimanere a vivere a Norcia. Secondo quanto dichiarato da Vincenzo Bianconi, presidente della Federalberghi locale ed ideatore della onlus, oltre al brand ” I love Norcia” presto verranno resi noti cinque grandi progetti sociali su cui la onlus si attiverà.
Già nei concitati momenti che hanno seguito il terremoto, 24 tra imprenditori, commercianti e agricoltori si erano riuniti nel consorzio” We are Norcia” con l’intento di individuare un prodotto tipico della zona da proporre sul mercato mondiale con il brand “I love Norcia”. Come in più occasioni sottolineato da Vincenzo Bianconi, l’iniziativa “I love Norcia” vuole creare: “Qualcosa che ci permetta di poter continuare a vivere qui. Ci sono arrivate e ci stanno arrivando offerte di aiuto da tutto il mondo. Vedremo ora come riuscire a mettere tutto a sistema nel miglior modo possibile”.
Quello che ci si augura con il marchio “I love Norcia” è che, come accadde per il parmigiano reggiano nell’Emilia Romagna devastata dal terremoto, si scateni adesso per Norcia una catena di solidarietà, che permetta di contenere i danni e di risollevare le sorti economiche di queste zone. Al brand oggi si aggiunge anche una onlus dunque, che potrà così portare avanti altre iniziative di più ampio respiro a sostegno dei terremotati , raccogliendo e coordinando anche le varie offerte d’aiuto giunte da ogni dove.
Tra i progetti della neonata onlus ci sarà probabilmente anche quello, già citato da Bianconi, di costituire a Norcia una scuola di alta qualità dedicata al turismo, per formare con i migliori chef il personale delle strutture ricettive e della ristorazione locale.
È tristemente noto, come in pochi minuti il terribile sisma che ha colpito Marche, Umbria e Lazio, abbia spazzato via il cuore medievale dell’Italia centrale, portando ovunque disperazione e distruggendo vite, antichi borghi, case, torri e chiese.
A Norcia e dintorni però con la più recente e tragica scossa di magnitudo 6.5 del 30 ottobre, i connotati di quella parte dell’Appennino sono cambiati per sempre, con un abbassamento del terreno fino a 70 cm in prossimità della faglia e falde acquifere che hanno persino cambiato il loro corso, sprofondando nelle viscere della terra.
Il rischio ora è lo spopolamento. Le popolazioni locali hanno perso infatti non solo la loro casa, ma spesso hanno visto distrutte anche le loro fonti di reddito principali. Basta considerare, come riporta Coldiretti, che tra Umbria, Lazio e Marche, sono circa tremila le aziende agricole che rischiano di scomparire, a causa dei gravi danni strutturali che hanno reso quasi impossibile la gestione degli animali.
E proprio ieri il Governo ha divulgato in un comunicato stampa, il decreto dedicato a “i nuovi interventi urgenti” per le popolazioni e le aree colpite dal sisma, che tra le varie misure stabilisce che: “Al fine di sostenere la continuità produttiva delle attività zootecniche messe in ginocchio,con il decreto approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri si autorizza la spesa di 10.942.300 euro per il sostegno dei settori del latte, della carne bovina dei settori ovicaprino e suinicolo”.
L’area martoriata dal terremoto è infatti in un territorio a forte vocazione agricola e ora che stalle, magazzini, e piccole aziende agroalimentari sono state completamente cancellate molti prodotti tipici straordinari legati a questo territorio vedono minacciato il loro futuro insieme a quello dei loro produttori, che sono rimasti senza lavoro e fronteggiano danni economici immensi.
Oltre diecimila persone lavorano nelle campagne colpite dal terremoto ed insieme al cibo, al turismo, l’export del Made in Italy, l’agricoltura e l’allevamento costituiscono l’economia di questi luoghi. Qui nasce il prosciutto di Norcia Igp, che con una produzione di 2350 tonnellate è un affare da oltre 50 milioni di euro. Dopo il sisma purtroppo interi magazzini di prosciutto sono stati sbriciolati. E potrebbe essere forse l’ultimo Natale, per la lenticchia di Castelluccio Igp, di cui la produzione è rimasta irrimediabilmente ferma. Della pregiata lenticchia resta ora solo il raccolto di agosto, custodito nei magazzini danneggiati del paese ormai distrutto. Si calcola che così i produttori di lenticchie a Castelluccio di Norcia vedranno presto andare in fumo quasi 1 milione di euro.
A rischio anche altri prodotti unici, come il pecorino dei Sibillini, la patata rossa di Colfiorito, il Vitellone Bianco Igp.
Alcuni, davanti a tanta desolazione, hanno già fatto appello al buon cuore degli italiani: è il caso di Valentina Fausti che produce un pregiatissimo prosciutto crudo, apprezzato in tutto il mondo e fatto esclusivamente da carni di maiale brado di Norcia. La Fausti sta cercando di vendere rapidamente almeno 200 prosciutti e ha fatto appello a tutti per aiutare la sua azienda a sopravvivere, dopo aver subito circa 2 milioni di euro di danni.
Questa drammatica situazione spinge tutti a voler dare un contributo ed oggi “I love Norcia” ha ricevuto anche il sostegno del Perugia Calcio, che andrà in campo indossando una maglia con il logo dell’associazione, ma che soprattutto donerà il 30% dell’incasso della partita con il Trapani alla comunità vittima del sisma.
Ma in attesa di conoscere i cinque progetti trasversali che la onlus “I love Norcia” vuol mettere in atto, è per tutti possibile fin da ora sostenere le aziende in difficoltà, contattandole direttamente per acquistare i prodotti gastronomici della provincia di Norcia. Il sito internet www.valnerinaonline.it elenca già una serie di contatti, ai quali potersi rivolgere direttamente per l’acquisto di prodotti made in Umbria, ma con una breve ricerca online ognuno può scegliere le realtà che intende sostenere più da vicino.
Valentina Franci