Dopo essere stato presentato in concorso nella sezione Panorama Italia di Alice nella Città all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, il documentario War Is Over di Stefano Obino ottiene la candidatura ai Nastri d’Argento 2022, entrando ufficialmente nella cinquina della categoria Cinema del reale.
Il film è un racconto sulla resilienza e un vero e proprio viaggio alla scoperta del Kurdistan iracheno, un’area profondamente colpita dal durissimo conflitto contro l’Isis – che ha lasciato più di 40 campi profughi, 1,6 milioni di persone in stato di necessità, di cui la metà con meno di 18 anni – in cui, nonostante tutto, si possono scorgere degli squarci di “vita normale”.
Il diario di una madre accompagna gli spettatori all’interno di questo viaggio di “ricostruzione”, fatto di cose semplici. Con uno sguardo discreto ma mai distante, Stefano Obino restituisce quell’euforia esplosiva e inaspettata tipica di una vita che non vuole arrendersi, che vuole andare avanti nonostante le enormi difficoltà.
Così, una città bombardata si lascia “colorare” da una piscina e dalle risate di giovani che nuotano. Un campo profughi anela a trasformarsi in una città normale, dove si ordina una pizza a domicilio dalla propria tenda, o ci si riunisce per guardare una partita di calcio assieme agli amici.
E poi la forza dell’Arte, quella che riesce a rendere una vecchia fabbrica di tabacco una fucina di giovani creativi che trasformano la violenza in bellezza.
Obino scardina uno ad uno tutti i luoghi comuni sulla guerra, su ciò che crediamo di sapere su questi posti senza averci mai messo piede. Restituisce dignità e verità a luoghi e volti che ne sono stati privati, attraverso un uso sapiente delle immagini e dei suoni (che giocano un ruolo cruciale nell’opera) e un incedere narrativo estremamente serrato.
War Is Over non è un documentario sulla guerra, è un inno alla vita, alla speranza e a un modo diverso di vedere le cose.
Il film è stato prodotto dallo stesso Stefano Obino e da Tania Masi con la collaborazione della ONG Aispo (Associazione Italiana per la Solidarietà tra i popoli), che ricostruisce strutture sanitarie sul territorio curdo e fornisce formazione sanitaria alla popolazione locale al fine di gestire la situazione oltre l’emergenza.
La collaborazione con Aispo ha consentito l’accesso a strutture e luoghi, a cui altrimenti sarebbe stato impossibile arrivare. Il regista, infatti, assieme al direttore della fotografia William Chicarelli Filho, ha attraversato tutto il paese fino alla città di Sulaymaniyah, non lontana dal confine con l’Iran. |