Naufragio Cutro, Commissione Ue: Risponderemo a breve a lettera di Meloni

“Abbiamo ricevuto la lettera e vi risponderemo a breve. Siamo inoltre pienamente d’accordo sulla necessità di agire. Ed è per questo che la presidente della Commissione ha anche esortato a raddoppiare i nostri sforzi per mantenere il patto sulla migrazione. Allo stesso tempo, dobbiamo portare avanti l’ordine di attuazione del piano d’azione per il Mediterraneo centrale e altre misure operative”, le parole di una portavoce della Commissione Ue sulla lettera del Presidente del Consiglio Meloni dopo il naufragio di Cutro.

“Di fronte all’evento drammatico avvenuto sulle coste calabresi, il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell’Italia e dell’Ue, perché questa è la risposta vera”. È questo il messaggio lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto all’Università della Basilicata con riferimento alla tragedia di Cutro.

“Sulle coste della Calabria si è verificata un tragedia che ha coinvolto e commosso il nostro Paese”, ha detto ancora il capo dello Stato. “I profughi afgani ci hanno fatto tornare in mente quanto il nostro Paese ha fatto due anni fa, con la presa del potere dei talebani, per portare in Italia tutti i cittadini che hanno collaborato. Nessuno è stato lasciato, tutti sono stati accolti in Italia. Ci tornano in mente le scene dei cittadini che all’aeroporto imploravano un passaggio e ci fanno comprendere perchè intere famiglie cercano di lasciare la loro terra per cercare un futuro altrove”.

“Fare presto è un elemento essenziale in qualunque dimensione nel nostro Paese”, ha poi ricordato Mattarella. “Oggi è un elemento essenziale di richiamo perché i ritmi della vita cambiano velocemente, sempre più velocemente, e le risposte devono essere tempestive altrimenti giungono in ritardo inutilmente”.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, dovrebbe riferire il 7 marzo alla Camera ed il giorno successivo al Senato sul naufragio della nave dei migranti a Cutro in Calabria.
La conferma dell’informativa del ministro dell’Interno dell’8 marzo in Senato, giunge dalla conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.

Le opposizioni compatte in Senato chiedono al ministro delle infrastrutture Matteo Salvini di rispondere al più presto alla loro richiesta di un’informativa sul naufragio.

La richiesta presentata nel corso della capigruppo di palazzo Madama viene riproposta davanti ai giornalisti al termine della riunione. “È grave che Salvini non abbia ancora risposto alla richiesta del Parlamento di venire in Aula a riferire sui fatti di Crotone. – dice Barbara Floridia, presidente di M5s – La sua presenza era stata chiesta da tutte le opposizioni, M5s in primis, perché vogliamo chiarezza.

A incalzare Salvini è anche il Pd. “Apprendiamo con soddisfazione che il ministro dell’Interno Piantedosi terrà il prossimo 7 marzo alla Camera un’informativa sul naufragio come richiesto dal gruppo Pd e dalle altre opposizioni. Restiamo però in attesa che anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, comunichi la data della sua informativa. I cittadini italiani vogliono e devono sapere con urgenza la esatta dinamica dei fatti sul mancato soccorso ai naufraghi. Non c’è più tempo da perdere. Il Parlamento non può essere lasciato senza informazioni dettagliate su una dinamica degli eventi che ha troppi lati oscuri”, afferma la presidente dei deputati del Partito Democratico, Debora Serracchiani.

Matteo Piantedosi, riferisce alla Camera. Nella sua informativa difende l’operato suo e del Governo, precisando le dichiarazioni che nei giorni scorsi avevano addirittura fatto pensare alle sue imminenti dimissioni dopo feroci critiche arrivate dall’opposizione, e non solo. Il titolare del Viminale risponde puntando il dito contro gli scafisti.

L’intervento di Piantedosi alla Camera

Il ministro apre la sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro rinnovando “il cordoglio, mio personale e di tutto il Governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti”.
Il bilancio “non è ancora definitivo“, ma “gli aggiornamenti giunti dalla Prefettura di Crotone portano il numero delle vittime a 72, di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di accoglienza richiedenti asilo, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati“.

Piantedosi ringrazia poi la Calabria, che “da sempre, accoglie con solidarietà e generosità i tanti migranti che sbarcano sulle sue coste e che affronta questa tragedia con compostezza e dignità non comuni”.
Proprio per interrompere la “tragica sequenza” di morti in mare, il Governo “ha finalmente riportato il tema migratorio al centro dell’agenda politica, in modo trasversale rispetto a tutte le dimensioni lungo le quali si esplica la sua azione: a livello nazionale; sul piano europeo; con i Paesi di transito e partenza dei flussi”.

Il momento del naufragio e la prima richiesta di soccorso

Nella sua informativa alla Camera, il ministro cita anche il racconto dei sopravvissuti: “La traversata parte da Cesme, in Turchia, intorno alle 3 del 22 febbraio in condizioni metereologiche ottimali: condizioni che, tuttavia, dopo 2 o 3 giorni peggiorano”.

Secondo i superstiti, “a bordo dell’imbarcazione erano presenti circa 180 persone, oltre a 4 scafisti, due turchi e due pakistani”.

“Tre ore dopo l’inizio della navigazione – prosegue – un guasto al motore dell’imbarcazione induce due scafisti a contattare, tramite cellulare, un complice. Dopo altre tre ore di attesa, i migranti sono raggiunti da una seconda imbarcazione, pilotata da altri tre scafisti“.

Si procede col trasbordo dei migranti e si riprende la navigazione verso le coste italiane: “I migranti notano che gli scafisti dispongono di telefono satellitare e quando l’imbarcazione incrocia davanti alle coste elleniche, gli scafisti sostituiscono la bandiera turca con quella greca. Durante la navigazione, sempre stando alla narrazione dei migranti, gli scafisti li costringono a restare sotto coperta, facendoli salire sul ponte solo pochi minuti per prendere aria”.
Poi, il momento del naufragio al largo della Calabria, avvenuto a circa 200 metri dalla costa, alle 3:50 di domenica 26 febbraio: questo perché, spiega Piantedosi, “erano stati avvistati dalla barca dei lampeggianti provenienti dalla spiaggia e a quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell’ordine lungo la costa, effettuano una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare”.

Il ministro aggiunge che la prima richiesta di soccorso è arrivata alle 4 del mattino, dopo una chiamata di emergenza al 112.

Ed è in quel momento, prosegue il ministro, che la barca, vicinissima alle coste e in balìa delle onde alte, avrebbe toccato il fondale basso: in seguito alla rottura della parte inferiore dello scafo, perciò, avrebbe iniziato a imbarcare acqua.

Il titolare del Viminale sottolinea poi che “l’esigenza di tutela della vita ha sempre la priorità, quale che sia l’iniziale natura dell’intervento operativo in mare”.

E ancora: “Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili”.

Secondo il ministro “è essenziale chiarire che l’attivazione dell’intero sistema Sar (ricerca e soccorso, ndr) non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Solo ed esclusivamente se c’è tale segnalazione, si attiva il dispositivo Sar. Laddove, invece, non venga segnalato un distress, l’evento operativo è gestito come un intervento di polizia. È esattamente quanto avvenuto nel caso in questione”.

Piantedosi dà poi alcuni numeri: “Dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023, le nostre Autorità hanno gestito 407 eventi Sar, mettendo in salvo 24.601 persone. Nello stesso periodo, nel corso di 300 operazioni di polizia per il contrasto dell’immigrazione illegale, la sola Guardia di Finanza ha tratto in salvo 11.888 persone. Per un totale, tra Sar e law enforcement, di 36.489 persone salvate. Dunque, dati alla mano, è del tutto infondato che le missioni di law enforcement non siano in grado di effettuare anche salvataggi”.

Gli scafisti volevano sbarcare evitando i controlli

Stando poi a quanto riferito da Piantedosi in merito agli scafisti, sulla base degli elementi acquisiti dal Ministero della Giustizia, i tre avrebbero deciso “di sbarcare in un luogo ritenuto più sicuro e di notte, temendo che nella località preventivata vi potessero essere dei controlli. Il piano prevedeva l’arrivo a ridosso della riva sabbiosa, con il successivo sbarco e la fuga sulla terraferma”.

Il titolare del Viminale si dice poi speranzoso in merito all’esito “degli accertamenti giudiziari”: proseguono le indagini disposte dalla Procura di Crotone.

Piantedosi dice anche che non voleva assolutamente colpevolizzare le vittime, bensì gli scafisti, “affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti. Mi dispiace profondamente che il senso delle mie parole sia stato diversamente interpretato“.

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