Operazione della Guardia Costiera libica al largo di Zawiya, nord ovest Libia, 27 giugno 2017. ANSA/Zuhair Abusrewil

Naufragio davanti alla Libia, si teme una strage di 150 morti

Potrebbero essere 150 i morti nel naufragio di due barconi davanti alla Libia. L’allarme dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati. Altre 150 persone sono state soccorse. Il barcone sarebbe partito da Khoms, oltre 100 chilometri a est di Tripoli. Secondo i sopravvissuti, a bordo si trovavano circa 300 migranti. Settanta i cadaveri che galleggiavano. Il comandante della motopesca bloccata in mare aperto: ‘Non li avremmo mai lasciati alla deriva, torneremo a casa dalle nostre famiglie dopo che avremo conosciuto la loro sorte.

Salvini ha chiarito che non indicherà alcun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa dei 140 migranti a bordo.  L’imbarcazione Giarratano, essendo un peschereccio e potendo navigare in acque internazionali, si trova spesso di fronte a situazioni di questo tipo: “Non conosciamo la nazionalità di queste persone, ma non possiamo lasciarle alla deriva, vorremmo poterle consegnare ad una autorità marittima disponibile, sia italiana che maltese. Capita molto frequentemente che ci imbattiamo in barconi pieni di migranti”,  ha detto il comandante del motopeschereccio.

Da parte del ministro dell’Interno, una stretta clamorosa e inattesa: nega lo sbarco anche a una nave di militari italiani, il tutto in attesa che l’Europa la smetta di far ricadere solo sulle nostre spalle le conseguenze dell’invasione dalle coste del Nordafrica. Intanto la nave della Guardia Costiera italiana è ancora in navigazione da più di 24 ore dopo che Malta ha negato il porto sicuro: solo cinque dei naufraghi a bordo sono stati fatti sbarcare a Lampedusa per motivi sanitari. “L’Italia sta facendo la sua parte, una motovedetta ha raccolto due imbarcazioni in difficoltà – ha poi concluso il leader del Carroccio

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