Nuova drammatica strage di vite umane nelle acque del Mediterraneo: a bordo di una nave naufragata venerdì 18 gennaio al largo delle coste di Tripoli c’erano 120 persone. Il numero delle persone presenti sull’imbarcazione è stato quantificato grazie alla testimonianza dei tre superstiti salvati dalla Marina militare italiana con due zattere e un elicottero. I dispersi, così, sarebbero 117 di cui 10 donne e 2 bambini.
“I tre sopravvissuti arrivati a Lampedusa ci hanno detto che erano in 120 – spiega portavoce dell’Oim, Flavio Di Giacomo-. Dopo 11 ore di navigazione hanno imbarcato acqua e hanno cominciato ad affondare e le persone ad affogare. Tra i dispersi, al momento 117, ci sono 10 donne, di cui una incinta, e due bambini, di cui uno di 2 mesi”.
“I superstiti sono rimasti a galla intorno alle 3 ore, così hanno indicato anche se la percezione del tempo in quelle situazioni è sempre molto vaga”, aggiunge Di Giacomo. “A bordo – spiega – c’erano soprattutto migranti dell’Africa occidentale subsahariana”.
All’inizio si era parlato dell’avvistamento di un gommone di cui però, non sono state trovate tracce: l`operazione, sotto il coordinamento libico, “si è conclusa dopo l`intervento di un elicottero della Marina Militare italiana, che ha tratto in salvo tre naufraghi; una nave mercantile dirottata dai libici, giunta in zona, ha effettuato un`attività di ricerca non trovando alcuna traccia del gommone”.
In un primo momento l’aereo della Marina era dovuto rientrare per mancanza di carburante, ridecollato ha iniziato le operazioni di evacuazione medica dei tre naufraghi che si trovavano in “condizioni serie” verso Lampedusa.
“Altri morti al largo della Libia. Finché i porti europei rimarranno aperti, finché qualcuno continuerà ad aiutare i trafficanti, purtroppo gli scafisti continueranno a fare affari e a uccidere”, scrive in un tweet il ministro dell’Interno Matteo Salvini commentando il nuovo naufragio al largo della Libia.