Naufragio nave Costa Concordia: si indaga sulle cause

La Capitaneria di porto di Livorno,  ha reso noto che è già stata avviata un’inchiesta amministrativa sulle cause dell’incidente che ha coinvolto la Costa Concordia e anche sul soccorso ai passeggeri da parte dell’equipaggio. Sono già stati  acquisiti tracciati e orari. ‘I passeggeri hanno lamentato una lentezza dei soccorsi e un’inadeguatezza dell’equipaggio. Bisognerà ora capire se è vero o se questa percezione sia stata determinata anche dalla paura del momento’sottolineano alla Capitaneria.

Nave Costa Concordia di incaglia all’ Isola del Giglio. Una vera tragedia, quella che ha colpito la nave italiana Costa Concordia che, partita da Civitavecchia, si è incagliata presso l’Isola del Giglio. Sono 3 i morti e 14 i feriti, ma il bilancio, potrebbe modificarsi. A renderlo noto, il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi, secondo il quale non c’è certezza che tutte le persone a bordo siano state recuperate: ”Deve essere ispezionata – spiega Linardi – la parte della nave che è sott’acqua. Si procederà con i  sommozzatori”.

Uno squarcio lungo almeno 70 mt. sulla fiancata di sinistra e un’inclinazione di 80 gradi dalla parte opposta: si presenta così la Costa Concordia, la nave naufragata ieri al Giglio. A bordo della nave sono in corso le operazioni di soccorso con i vigili del fuoco alla ricerca di eventuali dispersi. La nave è a ridosso degli scogli.

Il prefetto aggiunge che non è stato ancora fatto un riscontro esatto dei viaggiatori che sono stati ospitati dalla popolazione dell’isola del Giglio: tante persone sono state tratte in salvo o soccorse da ”strutture pubbliche”, altri passeggeri, tra cui quelli che si sono buttati in mare, sono stati aiutati dalla popolazione locale.

Linardi aggiunge che in circa 1.500 stanno arrivando o sono arrivate a Porto S.Stefano, trasportate con tre navi. In totale per l’accoglienza in tutta la provincia sono stati recuperati 3229 posti.

I passeggeri si sono accorti che qualcosa non andava all’ora di cena. Le 4.200 persone a bordo della Costa Concordia (oltre 3.000 dei quali passeggeri e circa mille di equipaggio) erano a tavola ai ristoranti della nave da crociera nei pressi dell’Isola del Giglio: uno scossone, poi la luce è andata via. Il tempo di capire quello che stava succedendo e l’invito ad indossare i salvagente e avvicinarsi alle scialuppe, “per precauzione”.

Sembrava, all’inizio, che questa avventura si fosse conclusa senza gravi conseguenze, solo tanta paura. Ma poi, durante l’evacuazione, qualcosa non ha funzionato: molti passeggeri sono caduti in acqua, qualcuno forse vi si è gettato per la paura mentre lo scafo si inclinava sempre più, e ha dovuto vedersela con il freddo del mare e della notte. Tutte da accertare le cause della morte delle vittime: ipotermia, forse, ma non si esclude un malore, né si sa se fossero tra quelli finiti in acqua. La nave era attesa a Savona per la prima tappa della crociera “Profumo degli agrumi” nel Mediterraneo, ed era partita circa due ore prima da Civitavecchia. L’Isola del Giglio, dove i passeggeri sono stati evacuati in attesa di essere trasferiti in altri luoghi con maggiore ricettività, era a due passi quando il “tempio galleggiante del divertimento”, per motivi ancora da accertare, si è incagliata alle secche di Punta Gabbianara, la punta più a sud dell’isola con alte scogliere, meta preferita dei sub.

La Concordia ha cominciato ad imbarcare acqua e ad inclinarsi sul fianco destro a causa di una falla che si sarebbe aperta nella zona di poppa. E proprio dall’Isola del Giglio sono partiti i primi soccorsi. Il sindaco, Sergio Ortelli, ha messo a disposizione scuole, asili, alberghi, “qualsiasi cosa abbia un tetto” e il parroco ha aperto la chiesa per ospitare i passeggeri della nave. Più tardi è cominciato, per alcuni di loro, il trasferimento in traghetto a Porto S.Stefano. “Stavamo cenando quando è andata via la luce, abbiamo sentito un colpo e un boato, e le stoviglie sono cadute per terra”: così ha raccontato Luciano Castro, da bordo della Costa Concordia.

All’inizio è stato detto che si trattava di un guasto elettrico, ma tutti si sono accorti che i bicchieri sul tavolo non stavano più in piedi. “Scene da Titanic”, commenta Mara Parmegiani, giornalista, come Castro, e anche lei per caso tra i crocieristi della Concordia. Prima l’invito ad avvinarsi alle scialuppe “per precauzione”, poi ogni incertezza è stata spazzata via da sette fischi brevi ed uno lungo: il segnale di abbandono nave. Verso la Costa Concordia che stava calando le scialuppe si sono avvicinati anche altri natanti che incrociavano nella zona, anche uno dei traghetti che fa servizio tra l’Isola del Giglio e Porto Santo Stefano, mezzi dei vigili del fuoco da Livorno e da Civitavecchia, delle capitanerie di porto e della guardia di finanza. Verso l’una la situazione si complica: l’armatore fa sapere che “la posizione della nave, diventando più difficoltosa, sta complicando le ultime operazioni di sbarco”.

E’ sul fianco, ormai, e a bordo ci sono ancora centinaia di persone. Prima dell’arrivo degli elicotteri, in diversi cadono nelle acque gelide del Tirreno a gennaio.

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