Si è concluso con l’inflizione di ben 15 ergastoli il processo alla Ndrangheta milanese con al centro tre omicidi per faide nelle cosche dell’organizzazione criminale.
La sentenza è stata emessa dalla corte d’Assise di Milano. Il pm del capoluogo lombardo, Cecilia Vassena, che ha coordinato l’inchiesta assieme al procuratore aggiunto Ilda Boccassini, aveva chiesto 16 ergastoli. La prima Corte d’Assise di Milano non ha però accolto la richiesta solo per un imputato, Amedeo Giuseppe Tedesco, condannandolo a 24 anni. Ventitre anni, invece, sono stati inflitti a un altro dei 17 imputati in totale: si tratta di Michael Panajia, che è stato a capo di una delle cosche della ‘ndrangheta radicate attorno al capoluogo lombardo, quella di ‘Giussano-Seregno’, e che ha poi riempito centinaia di pagine di verbali come collaboratore di giustizia.
Gli omicidi al centro del processo sono quelli di Carmelo Novella, Rocco Stagno e Antonio Tedesco, uccisi tra il 2008 e il 2009.
Oltre alla collaborazione di Panajia, l’inchiesta si è avvalsa anche delle testimonianze di un altro pentito Antonino Belnome, che venne arrestato nel luglio 2010 nell’ambito della maxi-inchiesta ‘Infinito’ contro le infiltrazioni della mafia calabrese in Lombardia.
Inoltre il giudice ha stabilito la confisca di quanto sequestrato preventivamente e ha condannato inoltre al risarcimento delle parti civili. Il Comune di Giussano e quello di Seregno riceveranno ciascuno 100 mila euro. Le motivazioni della sentenza, saranno depositate entro 90 giorni.