Ventotto ordini di custodia cautelare in carcere, ventuno agli arresti domiciliari, quattro obblighi di dimora e tre misure interdittive: è il bilancio della seconda retata che la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha effettuato stamane nel quadro dell’operazione Petrolmafie Spa portata a termine l’8 aprile, colpendo gli assetti organizzativi e logistici del clan Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia).Le attività investigative, dirette dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro e portate avanti dai Ros dei carabinieri e dalla polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza del capoluogo di regione, hanno chiuso il cerchio sulle attività illecite nell’ambito del commercio fraudolento di prodotti petroliferi.
I responsabili sono indagati, a vario titolo, per associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, contraffazione ed utilizzazione di documenti di accompagnamento semplificati; delitti aggravati dalla conseguente agevolazione alle associazioni ‘ndranghetistiche attive sul territorio calabrese. Le ordinanze sono state emesse dal tribunale di Catanzaro su richiesta del procuratore Nicola Gratteri e dei sostituti Andrea Mancuso, Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo.