Diciannove condanne confermate, una ventina fra prescrizioni e assoluzioni, diverse riduzioni di pena. E’ una sentenza articolata, che conferma l’impianto accusatorio ma ritocca – anche a causa della prescrizione – molte delle pene comminate agli imputati quello emesso ieri dalla Corte d’appello di Reggio Calabria, al termine del secondo grado del processo ‘Ada-Sipario-Replica’, la maxinchiesta, eseguita in tre diverse tranche, che in poco piu’ di un anno ha messo in ginocchio il clan Iamonte di Melito Porto Salvo. Rimodulata alla luce di altre sentenze incassate in passato, e’ di 13 anni la condanna inflitta al boss Carmelo Iamonte, in precedenza punito con 10 anni, 4 mesi e 20 giorni. Va molto meglio al fratello Remingo, condannato a 2 anni in luogo dei 3 rimediati in precedenza, come a Francesco Iamonte (cl.73) che passa da una condanna a 4 anni e 3 mesi, a una di 3 anni e 5 mesi. Confermata invece la condanna a 6 anni per Natale Iamonte e Francesco Iamonte cl.80. Tutte confermate anche le condanne per Giovanni Tripodi cl. 82 (6 anni), Bartolo Verduci cl. 76 (6 anni e 6 mesi), Carmelo Lagana’ (6 anni) Paolo Amodeo (6 anni), Fortunato Giovanni Benedetto (6 anni e 6 mesi), Alessio Borchiero (1 anno e 6 mesi), Giovanni Foti (6 anni e 6 mesi), Giuseppe Guerrera (8 anni), Giovanni Borruto (7 anni e 4 mesi), Luca Bruno Cannizzaro (3 anni), Giampaolo Chila’ (6 anni), Andrea Domenico Costarella (7 anni e 4 mesi), Giuseppe Romeo Iaria (6 anni e 6 mesi), Antonio Mazzeri (7 anni e 4 mesi),Salvatore Minniti (9 anni), Antonino Tripodi (9 anni), Gaetano Verduci (8 anni). In quindici strappano invece una riduzione di pena. Passa da 1 anno e 8 mesi a 1 anno e 6 mesi Domenico Nucera, mentre e’ di 1 anno e 8 mesi la condanna decisa per Davide Iaria, punito con 2 anni e 8 mesi in primo grado. Dovra’ invece scontare 7 anni e 4 mesi Antonio Quinto Rosaci 7 anni e 4 mesi (8 anni in primo grado), mentre Francesco Leone e’ stato punito con 6 anni e 8 mesi, in luogo dei 7 anni rimediati in primo grado. Si vede ritoccata la pena solo di qualche giorno Giovanni Marino condannato a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni al posto dei 4 anni e 6 mesi in primo grado, mentre strappa qualche mese in meno dietro le sbarre Pietro Flachi punito con 8 anni e 8 mesi invece dei 9 anni del primo grado.
E’ di 9 anni e 8 mesi la condanna decisa per Giovanni Tripodi (classe 1971) condannato a 12 anni in primo grado), mentre passa a 6 anni la condanna decisa per il suo omonimo del 79, punito in primo grado con 6 anni e 6 mesi. Per Francesco Fosso, punito con 8 anni e 6 mesi in primo grado, e’ di 6 anni la condanna decisa dai giudici, mentre dovra’ scontare 7 anni e 4 mesi Giovanni Gulli’, condannato a 9 anni in primo grado. E’ stato punito con 7 anni di carcere al posto degli 8 anni rimediati in primo grado Antonio Meduri, mentre e’ di 6 anni la pena decisa per Consolato Meduri, in precedenza condannato a 6 anni e 6 mesi. Sette anni sono andati ad Angelo Minniti, in precedenza condannato a 7 anni e 6 mesi in primo grado, mentre passa a 6 anni e 8 mesi la condanna inflitta a Giovanni Minniti, punito con 7 anni in primo grado. Infine, e’ stato condannato a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni Maurizio Pangallo, mentre e’ di 12 anni in continuazione la pena decisa per Filippo Fontana. Escono indenni da ogni accusa Domenico Salvatore Sergi, Antonino D’Andrea, Domenico Gulli’ , Alberto Pizzichemi, Demetrio Tripodi, Bartolo Verduci (classe 1986), Francesco Verduci assolti in primo e in secondo grado. Erano invece stati condannati in primo grado, ma rimediano un’assoluzione in appello Piero Verduci (6 anni in primo grado) e Consolato Malaspina assoluzione ( 6 anni e 10 giorni in primo grado). Sono stati assolti per alcune contestazioni e hanno visto prescriversi gli altri reati loro contestati Emanuele Domenico La Pietra, Domenico Salvatore Marco Calarco, Loris Francesco Nicolo’ e. Antonio Salvatore Ferrara Francesco Pangallo. Sono stati invece dichiarati tutti prescritti i reati contestati a Francesco Cento, Umberto Crea, Adriano Valentino Ferrara, Antonio Ferrara, Pasquale Ferrara, Carmelo Benedetto, Francesco Martino Foti, Antonio Francesco Lagana’, Santoro Rosaci e Pietro Rosato.