La guardia di finanza di Reggio Calabria ha sequestrato l’intero patrimonio di un noto imprenditore ritenuto contiguo alla ‘ndrangheta. Il valore dei beni oggetto della misura è pari a 6 milioni di euro. Si tratta di Giorgio Morabito, 45 anni di San Giorgio Morceto, operante nel settore della costruzione di grandi opere edili. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, presieduta da Ornella Pastore, su richiesta del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del sostituto Gianluca Gelso. L’indagine delle fiamme gialle è stata coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.
Nel 2017 Morabito è stato destinatario di misura cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione ‘Cumbertazione’, condotta dal Gico del Nucleo di polizia economico – finanziaria di Reggio Calabria nei confronti di un sodalizio criminoso che, negli anni, ha sistematicamente turbato – o tentato di turbare – numerose gare d’appalto indette da plurime stazioni appaltanti, attraverso la presentazione di offerte precedentemente concordate, tali da determinare l’aggiudicazione degli incanti ad una delle imprese della cordata e conclusa nel 2017 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 27 persone ritenute responsabili – a vario titolo – dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’art. 7 L. 203/1991, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici – tra cui il proposto – nonché di provvedimenti reali cautelari su 44 imprese, per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro.
In tale contesto, al predetto, considerato dalla Gdf “promotore e coordinatore del delineato sistema fraudolento”, è stata contestata sia la partecipazione alla cosca di ‘ndrangheta Piromalli, operante nella Piana di Gioia Tauro, sia l’associazione semplice finalizzata alla commissione di plurimi delitti in materia di corruzione, turbativa d’asta e falso, tutti aggravati dalla finalità di agevolare la predetta cosca. Attualmente Morabito risulta rinviato a giudizio in relazione alle imputazioni ascritte. Alla luce di tali risultanze, la locale Dda, delegava ai reparti della Guardia di Finanza apposite indagini a carattere economico/patrimoniale finalizzate all’emissione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale.