Né per hobby né per gioco

Ontico ed ontologico. Ontico, in ciò che è per come è ed ontologico per ciò che è ma    riferito al tutto. L’esserci che comprende  se stesso in base alla sua esistenza ed   alla possibilità, che gli è propria,  di essere o non essere se stesso per stabilire l’autentico senso dell’essere. Ontico come  relativo all’esistenza concreta ed  attuale ed ontologico in quanto all’essere inteso come possibilità e potenza. Un doveroso cappello questo  che mi permette di parlare di Solveig Cogliani,  che è al tempo stesso magistrato del Tar Lazio ed artista poliforme e multiforme. Solveig che, attraverso le sue opere, pone eterne domande che trovano risposte in una magnetica spirale che incrocia vita ed arte. Risposte provenienti dal suo universo che si esprime attraverso segni che racchiudono le sue emozioni che solo apparentemente sono  criptate.  Solveig che  promuove   l’Associazione culturale CentrArte mediterranea fondata da artisti e giuristi per la promozione dell’arte e della cultura con la quale     presenta  la  sua   mostra “Sanpietrini e Tetti” tenutasi    a Roma a  Villa Altieri, storico palazzo del quartiere Esquilino  che riapre dopo un lungo lavoro di restauro alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e che  come primo evento artistico presenta la personale della  Cogliani,  che   intrecciando  forme artistiche diverse fonde perfettamente  pittura e scrittura  esprimendo  in linguaggi figurativi  la dimensione del presente. Solveig che si esprime  nella  pittura, passione che l’accompagna dall’infanzia alla prima giovinezza e che fonde con  l’ arte  giuridica in una linea retta che la porta a raggiungere giovanissima i risultati che ci si aspetta da una esistenza intera. Da quella linea retta di rigore Solveig trae lezione anche per l’arte, quando l’urgenza   per la creatività in generale e per la pittura in particolare risorge dietro i traguardi professionali   raggiunti. Pur essendo  magistrato Solveig  torna ad essere una studentessa frequentando  la Rufa Accademia di Belle Arti   laureandosi  in pittura e dando strada   a sperimentazioni creative che  collegano pittura e scrittura in ambito creativo. Da Istanbul a Londra, da Buenos Aires a Roma, da Hangzhou a Naso, in collettive o personali, per solidarietà e beneficenza, o per conquistare collezionisti alle sue tele che in un solo  decennio  girano  il mondo   esposti, tra l’altro, alla Biennale di Venezia ed acquisiti dalle collezioni della Fondazione Roma e della Pontificia Insigne Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon. Le tele di Solveig tornano in mostra a Roma il 14 maggio prossimo  presso la galleria d’arte Michelangelo con una personale intitolata “Nei colori di Roma”, dove saranno  esposte 28 tele fino al 14 giugno. L’esposizione è ispirata dalla rivisitazione delle fontane ispirate dalla musica di Respighi e dal seme recepito intimamente dall’artista e restituito come immagini fissate su tela. Saranno rappresentate nei quadri ed esaltate le sculture lavorando sui colori raffiguranti  la fontana di Valle Giulia, la fontana del Tritone, la fontana di Trevi, la fontana di Mercurio di Villa Medici. Solveig  guarda le fontane  in ore diverse con diffidenza e rispetto inseguendo e possedendo intimamente  i brani del Respighi per inanellare vortici di musica con gli echi delle sue pennellate.  Ottorino Respighi autore del poema sinfonico  Fontane di Roma,  che  ritroviamo rivisitato con immagini che esprimono   sensazioni e visioni scaturite dalle quattro fontane e contemplate nell’ora in cui la loro bellezza appare suggestiva per chi le contempla.   Sulla sua tela Solveig  traccia il disegno dei dettagli che più l’hanno colpita e le riplasma adattandole a se stessa,     fissando  l’emozione  che parte un groviglio di pesci, di stemmi, di torsioni di figure, di cornici di conchiglie, di balaustre di colonnine  e viene restituita in tracce nere inondate di colore.  Colori che come frustate restituiscono le fontane come provenissero dalla centrifuga di un frullatore che rivisita frullando e riproponendo  l’impianto barocco. Ritorno in senso ampio,  vasto e traslato,   ad ontico ed ontologico. Onticamente Solveig Cogliani nasce a Roma ma ontologicamente ed intimamente  esprime le sue  origini familiari siciliane tanto che nella   serata inaugurale sarà presente Claudia Alliata di Villafranca, a capo dell’Azienda Alliata Vini, che presenterà la propria limited edition, un vino frizzante a base di Insolia che parla del territorio siciliano: il vino Tulle “by Solveig Cogliani”.

Roberto Cristiano

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