I conti li ha fatti Corriere.it e il risultato è presto detto: su 110 comuni capoluogo 54 sono in mano al centrodestra e 40 in mano al centrosinistra. La situazione si è ribaltata in soli due anni. Nel 2017 infatti la mappa politica degli stessi comuni vedeva il Pd e i suoi alleati al governo in 57 città contro i 38 comuni amministrati dalla destra.
Nel 2013 – insiste il Corriere.it – la sinistra poteva contare oltre 70 sindaci nei 110 comuni capoluogo, più del doppio del centrodestra, intorno alla trentina. Situazione del tutto ribaltata oggi. E il M5S, pur governando Torino e Roma, fa fatica a imporsi.
Secondo uno studio dell’Istituto Cattaneo il voto dei pentastellati è andato nell’astensione. “In occasione dei ballottaggi dello scorso anno, tenutisi il 24 giugno 2018, ossia dopo breve tempo dall’insediamento del governo ‘gialloverde’ di Giuseppe Conte – sottolinea lo studio – uno dei dati di maggiore interesse che emergeva dall’analisi era la ‘convergenza legastellata’ che si poteva osservare in diverse città poste sotto esame: erano più frequenti le situazioni in cui il voto dei Cinquestelle andava a favorire i candidati di centrodestra. Oggi, il quadro è molto meno univoco: gli elettori pentastellati, quando il loro candidato non è più presente al secondo turno, privilegiano in larga misura l’astensione (che in città come Prato e Reggio Emilia attrae più di nove decimi di questo bacino, sino a raggiungere la totalità a Cesena)”.