Nasce ‘Patrioti per l’Europa, con 84 eletti è terzo gruppo all’Eurocamera

È ufficiale, nasce il nuovo gruppo “Patrioti per l’Europa” con la completa fusione con “Identità e Democrazia” che dunque d’ora in poi sarà completamente identificata con PfE, e non più ID, nel prossimo Europarlamento. Dopo l’annuncio della Lega oggi il via libera arrivato nella riunione costitutiva dove sono state scelte le prime nomine e la leadership interna del nuovo terzo gruppo più numeroso in Parlamento: Jordan Bardella del Rassemblement National (Francia) è il nuovo presidente del gruppo Patrioti per l’Europa, mentre l’ungherese Kinga Gal di Fidesz è stato eletto primo vicepresidente.

Gli altri vicepresidenti nominati dopo l’accordo ampio tra Orban, Le Pen e Salvini vedono anche il generale appena eletto con la Lega in Europarlamento: Roberto Vannacci sarà vice dei Patrioti assieme a Klára Dostálová (ANO, Repubblica Ceca), Sebastiaan Stöteler (PVV, Olanda), António Tânger Corrêa (Chega, Portogallo), Hermann Tertsch (VOX, Spagna) e Harald Vilimsky (FPÖ, Austria). Infine, eletto capogruppo Anders Vistisen (DF, Danimarca) mentre tesoriere sarà Gerolf Annemans (VB, Belgio). Secondo gli ultimi movimenti tra i vari gruppi Ue, la proiezione del prossimo Parlamento Europeo vede ora: 189 seggi PPE, 136 S&D, 84 PfE, 78 Non Iscritti, 78 ECR, 74 Renew, 54 Green, 47 The Left. Ecco qui sotto la composizione con tutti gli ingressi “aggiornati” dei prossimi membri ufficiali dei Patrioti per l’Europa.

Alla fine Identità e Democrazia dopo oggi non esisterà più con quel nome ma si chiamerà direttamente “Patrioti per l’Europa”, ovvero il nuovo gruppo fondato una settimana fa da Viktor Orban che evidentemente aveva ricevuto il “semaforo verde” dai principali leader di ID, da Marine Le Pen a Matteo Salvini. Come anticipato dallo stesso leader della Lega,  nella riunione costitutiva della destra sovranista a Bruxelles – in vista della prima riunione dell’Europarlamento il prossimo 16 luglio 2024 – verrà ufficializzata la “fusione” dell’intero gruppo di ID nei nuovi Patrioti, destinati a divenire il terzo gruppo più numeroso in Parlamento nonché punto di riferimento del Centrodestra in opposizione alla prossima maggioranza di Ursula Von der Leyen.

Salvini, con i Patrioti orbaniani  avverte Meloni: “Il sì a Ursula è l’inizio della sua fine”

“Di indispensabili a questo mondo non ce ne sono tanti. Se Ursula von der Leyen ritiene di essere la migliore interprete dei risultati usciti dalle urne, presenti un programma all’altezza del voto di giugno”.  Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, non le manda a dire alla presidente uscente della Commissione che punta al bis: “Nessuno va con il cappello in mano a chiedere di essere rispettato perché riteniamo che un’equa e giusta considerazione all’Italia spetti di diritto.È evidente che se vogliono andare sulla strada tracciata nel recente Consiglio europeo, snobbando l’indicazione data dai cittadini nelle urne, con gli europei che hanno clamorosamente bocciato Macron e Scholz, vuol dire che sono sordi e ciechi e vanno a sbattere. Il problema non è von der Leyen o Leyen von der: il punto è cosa propone chi si candida a quel ruolo. L’addio degli spagnoli di Vox all’Ecr, gruppo in cui sta FdI, è assolutamente ininfluente. Né il fatto  che Ecr perde lo scettro di terzo gruppo in Parlamento cambia le carte in tavola”.

‘Con la Lega a Bruxelles il grande gruppo dei Patrioti, che sarà determinante per cambiare il futuro di questa Europa’: così Salvini sui social dopo la sconfitta dell’alleata Le Pen ai ballottaggi in Francia lancia già la nuova sfida della destra europea in opposizione agli accordi “di palazzo” che hanno visto Von der Leyen e Macron protagonisti in questo mese post-Europee. Nel nuovo Patrioti per l’Europa troveremo dunque l’intero gruppo ID con l’aggiunta dei nuovi partiti fuoriusciti dagli altri gruppi europei: su tutti, Fidesz di Orban (Ungheria), Movimento ANO di Babis (Repubblica Ceca) da Renew, Vox di Abascal (Spagna) da ECR e il KDNP ungherese dal PPE.

Gli scenari sui seggi effettivi su cui conterà Patrioti per l’Europa nel nuovo Parlamento Ue ancora sono incerti ma dagli ultimi calcoli tra ritiri, aggiunte ed ingressi, il nuovo gruppo della destra sovranista e patriottica dovrebbe riuscire ad ottenere tra i 90 e i 100 membri, divenendo il più numeroso dietro a PPE e S&D. Ad oggi sono già 82 con l’ingresso confermato di Lega, Rassemblenent National e l’intero gruppo ID, così distribuiti: 39 dei membri costituivi dei Patrioti più gli attuali 43 di Identità e Democrazia.

Voteranno in blocco contro l’accordo popolari-socialisti-liberali e di fatto cambieranno di molto lo scenario della mappa elettorale sui nuovi gruppi dell’Europarlamento: PPE guidano ancora con 187 seggi eletti, seguiti dai 136 di S&D, poi appunto i Patrioti per l’Europa con 82, ECR-Conservatori a 78 (dopo l’addio degli spagnoli di Vox), Renew 76, Greene-Verdi 54, The Left 40 (con l’ingresso dei 5Stelle di Conte), Non Iscritti 56 eletti. Non è da escludere però che ancora qualcosa possa cambiare, specie con la scelta di altri partiti della destra europea che potrebbero riunirsi nei Patrioti, o comunque tentare di fare gioco di sponda tra PfE e ECR costruendo una valida opposizione alla maggioranza Ursula. Orban avrà al suo fianco Salvini ma soprattutto Marine Le Pen, appena battuta dagli accordi di “desistenza” in Francia ma intenzionata tanto a Parigi quanto a Bruxelles a proseguire il progetto di una destra unitaria contro l’europeismo “di palazzo” che coopta per escluderla sistematicamente.

Si attende ora solo l’annuncio dei nuovi Patrioti per l’Europa ma l’indirizzo è chiaro, come ha spiegato Salvini sui social: «Esultanza nelle strade di comunisti e centri sociali, di filo-islamici e anti-semiti, teppisti che attaccano a sassate la Polizia in diverse città, caos in Parlamento. Questa la prima notte dopo le elezioni in Francia, con l’ammucchiata “tutti contro la Le Pen” costruita da Macron che vince le elezioni ma non ha i numeri per governare». E se tra qualche giorno succedesse lo stesso con Von der Leyen, “impallinata” politicamente dai franchi tiratori al primo voto in Parlamento?

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