Nel lungo e buio tunnel della crisi s’intravede una flebile luce

Una prima risposta concreta all’emergenza economica che sta strangolando i Paesi dell’area euro sembra sia arrivata, anche se i dettagli andranno definiti nella riunione dell’Ecofin del prossimo 9 luglio, il cui esito non è scontato. Tuttavia l’aver sancito il principio in virtù del quale la zona euro deve assicurare protezione, contro le speculazioni finanziarie che vanno ad incidere negativamente sullo spread, a tutti quei paesi che perseguono in modo virtuoso politiche tese al risanamento dei conti pubblici, ha costituito un importante passo in avanti: ha fatto capire soprattutto ai tedeschi che con il solo rigore non si va da nessuna parte, ma occorre guardare alla crescita. E’ indubbio che le politiche di austerità deprimono l’economia se non accompagnate da strumenti che stimolino la crescita e favoriscano, così, il risanamento dei conti dei singoli stati. In tutto ciò l’Italia ha giocato un ruolo da protagonista con il suo Premier, che attraverso una fitta ragnatela di contatti con molti dei paesi dell’Unione, ha creato una squadra pronta ad attaccare ed a mettere nell’angolo il Premier tedesco, costringendola ad accettare il principio di cui sopra, anche se sul tema degli euro bond è rimasta inflessibile nel negarne l’emissione. Certo questo non basta, occorre tracciare velocemente la strada che porta alla realizzazione dell’unione fiscale, bancaria e politica. Quest’ultimo punto è sicuramente il più controverso ed il più lontano da una rapida attuazione, perché si scontra con la miopia, l’insipienza unita ad un protagonismo ormai obsoleto ed antistorico, dei leader europei e dei parlamenti dei singoli stati, che non si rendono ancora conto che ormai si trovano di fronte a due grandi stati, gli Stati Uniti e la Cina che determineranno per il futuro le politiche del pianeta, con la conseguenza inevitabile che detteranno anche le regole economiche e giuridiche, che condizioneranno la vita dei singoli stati. E la vecchia grande Europa che farà? Continuerà ancora a fare del campanilismo in cui i singoli stati cercheranno di far “guerra” all’altro per conquistarsi un posto in prima fila e farsi bello per ingraziarsi il “Sovrano”di turno.

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