ROMA. I primi tagli alla spesa e la ripresa dell’economia riducono il rapporto defici/Pil, nel secondo trimestre e portano l’avanzo primario (la differenza in positivo tra entrate e uscite dello Stato al netto della spesa per interessi sul debito pubblico) al 4,2% del prodotto interno lordo. Includendo gli interessi che paghiamo sul debito, il surplus diventa un disavanzo (con segno negativo), che complessivamente è pari allo 0,9% in calo, però di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2014. Con riferimento ai primi sei mesi del 2015, l’Istat registra un indebitamento netto pari al 3,2% del Pil (3,5% lo scorso anno) è il livello di debito più basso dal 2007. Nello stesso periodo si registra una crescita del potere d’acquisto delle famiglie, dello 0,8%. L’istituto di statistica, rileva che nel secondo trimestre il tasso di investimento delle famiglie (ovvero il rapporto tra gli investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente gli acquisti di abitazioni, e reddito disponibile lordo), è stato pari al 6%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, e di 0,2 punti percentuali nei confronti del secondo trimestre del 2014. Gli investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, sono diminuiti dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del secondo trimestre del 2014. Tra aprile e giugno la pressione fiscale, si è attestata al 43,2% in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per il complesso dei primi sei mesi, si segnala un valore pari al 41,1%, lo stesso registrato anche per la prima parte dello scorso anno. Infine il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’istituto di statistica, sostiene che si stia registrando un miglioramento che appare ancora inadeguato, soprattutto se si considera la forte perdita del potere d’acquisto subito dalle famiglie italiane tra il 2008 e il 2014, pari al -12%, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, aggiunge che di questo passo per tornare ai livelli pre-crisi, ci vorranno almeno undici anni, considerato che negli ultimi sette anni, la capacità di spesa di ogni singola famiglia ha subito una contrazione media pari a – 1910 euro.
Fabio D’Amora