Nella ‘Giornata Internazionale della Violenza sulle Donne’ in mostra le Barbie Tumefatte di Lady Be

Il 25 Novembre prossimo si terrà la Giornata Internazionale della Violenza Sulle Donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Per l’occasione lo stesso giorno l’artista Lady Be commemora la ricorrenza a Milano, quartiere Brera, inaugurando la sua mostra personale con un titolo forte ‘Mai più violenza sulle donne’. Saranno in mostra le Barbie Tumefatte di Lady Be con Barbies grasse, anoressiche, nane, bionde, more, scure, calve e transessuali, tutte con i segni della violenza sui loro volti e sui loro corpi come lividi, graffi, occhi neri. La Barbie, simbolo della bellezza perfetta e incontaminata, diviene portatrice di un messaggio molto importante: la violenza va denunciata, nessuno può farti del male, il tuo corpo è solo tuo. Ogni donna può immedesimarsi nella Barbie perché è un simbolo associato alla donna da più di 50 anni, ci ricorda il gioco delle bambine ma anche il tanto aspirato ideale di bellezza femminile. A parlarne anche la giornalista del Corriere della Sera Roberta Scorranese: “Un livido che fa ombra su un volto perfetto si vede prima. Così come una lesione è più evidente se provocata su un ovale simmetrico, con la pelle giovane e tesa. Ferire una bambola è come aggredire quella mitezza serafica,  quasi deificante,  che ogni bellezza porta in sé come un marchio di fabbrica e che sembra circonfondere i fortunati di bell’aspetto al pari di una corazza, una lontananza inscalfibile. Ecco perché ci colpisce Beaten Barbie, opera dell’artista Lady Be. La prima Barbie Tumefatta di Lady Be fu presentata a Verona al Palaexpo, il 9 Giugno 2016 in occasione della Triennale dell’Arte Contemporanea e lo stesso giorno nel veronese una donna fu uccisa dall’ex convivente. Molti giornali e cronache televisive parlarono dell’opera e del femminicidio. Questa tragica concomitanza dimostra come quotidianamente avvengano, ovunque e verso qualunque tipologia di donna, episodi di violenza. Per questo nessuna donna deve sentirsi esclusa da questo forte messaggio. Non succede solo alle donne ‘comuni’, alle madri di famiglie ‘normali’ e alle mogli di uomini qualsiasi: la violenza può colpire chiunque, indistintamente si annida tra le pareti di un ambiente domestico come tra quelle dello star system. Le testimonianze rese da alcuni volti noti ne è la prova. Lady Be, attraverso le sue ‘Barbies’ vuole lanciare il messaggio che anche con l’arte si può invitare a far riflettere le persone su questo tema. Ed è proprio grazie alla sua particolare tecnica, che l’artista riesce a riprodurre questo particolare effetto e a ricostruire i volti dilaniati da ematomi e ferite, nonostante siano volti di ‘plastica’. La Barbie rimane un giocattolo, una comune bambola, viene umanizzata solo dai segni della violenza. Infatti, il  ‘Mosaico Contemporaneo’ di Lady Be è un mosaico costituito interamente da pezzetti di plastica, pezzi di Barbies, altri giocattoli e materiali di recupero di ogni genere, non ridipinti ma esclusivamente utilizzati nel loro colore originale. Come disse Vittorio Sgarbi, a Verona davanti alla Barbie Tumefatta: La denuncia sarebbe stata molto più facile con un’immagine fotografica, ma l’arte è forma, non è contenuto. Il metodo dell’opera di Lady Be è intelligente. Le Barbie vengono scomposte, rotte e ricomposte costituendo poi una forma riconoscibile di ritratto in un’estetica già inaugurata da Schnabel’.

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