Raffaele Fitto in una recente immagine d'archivio. ANSA/ANGELO CARCONI

Nelle audizioni dei commissari europei il Ppe blinda Fitto

Partono le audizioni dei candidati commissari europei e tutto il processo si regge su un equilibrio precario. Basta un piccolo inciampo e la prossima Commissione non potrà partire il 1° dicembre come previsto, lasciando l’Ue nell’incertezza e senza un esecutivo pienamente in carica per altri due mesi, ma proprio la fragilità della situazione potrebbe trasformarsi nel suo principale punto di forza, blindando così un processo che si tiene su un campo minato.

Dopo l’esame dei conflitti d’interesse (che tutti hanno superato senza problemi) e dopo la prova scritta (affrontata con l’aiuto dei rispettivi collaboratori), per gli aspiranti membri della nuova commissione Von der Leyen è arrivato il momento della prova orale. Le interrogazioni, che si terranno al Parlamento europeo, sono iniziate il 4 novembre alle 14.30 e, salvo richieste di esami supplementari, termineranno martedì 12 novembre alle 21.30. Le tensioni tra i partiti di maggioranza sono talmente alte che c’è il rischio di far deragliare l’intera Commissione, scatenando uno scontro dal quale tutti uscirebbero sconfitti, ad eccezione dei sovranisti che puntano allo sfascio. Proprio per questo i partiti della coalizione europeista sembrano intenzionati a sotterrare l’ascia di guerra e a impegnarsi in un patto di non aggressione che finirebbe per salvare tutti gli aspiranti commissari, incluso l’italiano Raffaele Fitto e la sua carica di vicepresidente esecutivo.

Il calendario delle audizioni è stato approvato con i voti del Ppe e dei sovranisti, contro la volontà del gruppo S&D. È stato costruito come una pistola puntata alla tempia dei socialisti: si aprirà con l’esame del laburista maltese Glenn Micallef, considerato il più debole per la scarsa esperienza, e si chiuderà con la spagnola Teresa Ribera.

I popolari hanno deciso di fare quadrato attorno a Fitto e hanno già mandato un messaggio implicito: torcetegli anche un solo capello e ci sfogheremo su Ribera. Uno scenario che il premier spagnolo Pedro Sanchez vuole assolutamente evitare, motivo per cui il Psoe potrebbe ritrovarsi in sintonia con il Pd e rinunciare alla battaglia contro Fitto.

Ogni audizione durerà tre ore, al termine delle quali i coordinatori della commissione titolare (vale a dire i capigruppo) si riuniranno a porte chiuse per l’approvazione: serve la maggioranza dei due terzi, in assenza della quale arriveranno domande scritte aggiuntive oppure una seconda audizione (della durata di un’ora e mezza). In molte commissioni il voto dei Conservatori sarà fondamentale per raggiungere il quorum. E se anche al secondo giro non si raggiungesse la maggioranza qualificata, toccherà ai singoli membri della commissione votare a scrutinio segreto: in quel caso basterà la maggioranza semplice e dunque nessun candidato passerà contro il volere dei popolari.

Cinque anni fa furono bocciate le candidature della socialista rumena Rovana Plumb, del conservatore ungherese László Trócsányi e della francese Sylvie Goulard, a causa di dubbi sulla sua integrità e indipendenza. Attualmente tra i candidati a rischio, secondo la ricercatrice del Ceps, il Center for European policy studies, Sophia Russack, “c’è il candidato italiano Raffaele Fitto, che è stato criticato, non credo tanto per la sua personalità, ma per il suo partito, perché proviene dal partito di estrema destra di Meloni”. Fitto nella presentazione ha sorvolato sul problema dichiarando che faceva parte della Democrazia Cristiana.

In bilico, anche la posizione dell’ attuale commissario ungherese e sostenitore di Viktor Orbán, Olivér Várhelyi, che secondo la Russack potrebbe essere mandato a casa perché “il Parlamento non era molto soddisfatto delle sue prestazioni durante l’ultimo mandato. E proprio perché sembra essere molto vicino a Viktor Orbán”. Le audizioni dei commissari designati sono un processo altamente politico in cui i gruppi politici non esitano a darsi una mano dove scattano meccanismi di compensazione tra le diverse compagini. È ipotizzabile che ognuno sia un po’ più morbido nei confronti dell’altro perché vuole evitare di essere ricambiato con la stessa moneta. Per questa ragione gli esaminatori staranno attenti a non fare domande troppo difficili, per non mettere in pericolo i propri candidati essendo troppo duri con i candidati degli altri partiti. La parte più difficile potrebbe arrivare dai Verdi e dalla Sinistra, che non hanno candidati e, quindi, nulla da perdere. Ma in realtà se il candidato di un partito viene respinto da un altro partito ci si potrebbe aspettare, poi, che il partito che ha registrato la bocciatura si possa vendicare sugli altri candidati. Questo porta a pensare che i partiti tradizionali, visto che i loro margini di voto sono più ridotti, sono incentivati a rispettarsi e a sostenersi a vicenda. Se i candidati supereranno il test entreranno a far parte del “collegio dei commissari” e la nuova Commissione dovrà, a quel punto, ricevere il disco verde dalla sessione plenaria del Parlamento europeo prima di essere nominata dal Consiglio europeo.

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