Nessun prelievo su conti, via anche la patrimoniale

 

Si è concluso alle 22 e 15 il Consiglio dei ministri che aveva all’esame le misure del governo contro la crisi.

Il Consiglio dei ministri ha approvato un emendamento alla legge di stabilità. E’ quanto si apprende da fonti di governo.

CRISI:CALDEROLI,NIENTE DL?UNA VOLTA CALATE LE BRAGHE… – “Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli…”. Così il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli esprime il suo “totale disappunto” per la mancata approvazione delle misure anticrisi per decreto.

SI LAVORA AD EMENDAMENTO, TRA DISMISSIONI E MISURE PA-Dismissioni degli immobili, con attenzione anche al patrimonio della difesa; misure per favorire con la leva fiscale gli investimenti in infrastrutture pubbliche; norme sul trasporto locale e quelle relative al pubblico impiego.

Potrebbero essere queste le misure che troveranno spazio nel maxiemendamento del governo. Secondo quanto si è appreso, al momento, il testo – e in particolare la suddivisione delle norme tra emendamento, successivo decreto e possibile disegno di legge – non è ancora stato definito nei dettagli.

Alcuni tavoli tecnici lavoreranno anche domani per limare le misure che saranno inserite come emendamento alla Legge di Stabilità. Secondo quanto si apprende, al termine della riunione sarebbe stato consegnato un testo con le misure che però potrebbe non corrispondere a quello del maxi emendamento.

Il termine per gli emendamenti, comunque, è stato fissato a venerdì dalla commissione Bilancio del Senato. Uno dei nodi è che la legge di Stabilità, così come previsto dalla riforma delle leggi di bilancio, non può essere emendata con qualsiasi tipo di contenuto.

In particolare possono essere inserite le sole misure che hanno impatto diretto sui “saldi” e tra queste non possono figurare misure per lo sviluppo. Potrebbero invece trovare spazio: le norme per le dismissioni del patrimonio pubblico, che incidono sul debito; le misure sul trasporto locale, che impattano sui conti degli enti territoriali; le norme per favorire le infrastrutture, che utilizzano la leva fiscale; le norme sul pubblico impiego e sulla pubblica amministrazione, per le quali è previsto un apposito capitolo nella nuova “Finanziaria”.

“Facciamo scoppiare la rivoluzione di sicuro”. Così il leader della Lega, Umberto Bossi, risponde a chi ipotizza che una riforma delle pensioni possa essere tra le misure anticrisi. Bossi mostra il dito medio, poi spiega: “Se togliamo le pensioni ai lavoratori che hanno sempre lavorato per dare i soldi a Roma” scoppia la rivoluzione

BERLUSCONI,IO AVANTI,VOGLIO VEDERE CHI MI VIENE CONTRO  – “Vado avanti, mi presento davanti al Parlamento e agli italiani traducendo in atti concreti la lettera che ha avuto l’approvazione dell’Ue. E voglio vedere chi avrà il coraggio di venirmi contro, chi sarà così irresponsabile da non appoggiare il governo rispetto a leggi così importanti per il Paese e sulle quali abbiamo preso impegni precisi con l’Europa”. Silvio Berlusconi, incontrando a Palazzo Grazioli Andrea Ronchi, Adolfo Urso e Pippo Scalia si è mostrato super combattivo, pur senza nascondere preoccupazione per il momento di grave crisi. Agli esponenti ex Fli, confluiti nel gruppo misto ed intenzionati a non far mancare al premier il loro appoggio in questo delicato passaggio, Berlusconi ha tessuto grandi lodi del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. “Ha mostrato un grande equilibrio – ha detto il premier – e si è comportato ancora una volta con me in modo assai affidabile, avendo a cuore il bene del Paese e con grande senso dello Stato. Il suo ragionamento è stato molto corretto”. Berlusconi non ha accennato ad ipotesi di governi tecnici, ha detto di non avere alcuna intenzione di fare passi indietro e tantomeno di dimettersi. “Io ho fatto tutto ciò che era possibile”. Il premier ha ribadito di voler portare questa sera in consiglio di ministri un decreto con le misure più urgenti contenute nella lettera all’Ue, pur senza nascondere “preoccupazione sulla possibilità che fibrillazioni ed eventuali debolezze della maggioranza possano in questo momento nuocere al Paese”.

PDL: RISPUNTA LETTERA ‘SCONTENTI’ A BERLUSCONI, ORA FIRME – Rispunta la lettera dei ‘frondisti’ del Pdl per chiedere al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi un ‘cambio di passo’ e l’allargamento della maggioranza necessario per approvare le misure anti-crisi chieste dall’Unione europea. Sul documento, che era stato anticipato dall’ANSA la scorsa settimana, sarebbe partita la raccolta delle firme di parlamentari del Pdl dopo gli incontri tra gli ‘scontenti’ che si sono svolti questo pomeriggio a Roma.

NON  CI SARANNO IL PRELIEVO SUI CONTI CORRENTI E GLI INTERVENTI SUL PATRIMONIO –  – Non è allo studio alcun prelievo forzoso sui conti correnti. La smentita sull’ipotesi che circola in questi giorni tra le misure da inserire nel decreto anticrisi arriva da fonti del governo. E il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, esclude anche interventi sul patrimonio.

NAPOLITANO SONDA LARGHE INTESE,PESANO VETI INCROCIATI – Giorgio Napolitano resta dell’idea che le scelte necessarie e urgenti per parare i gravi colpi della crisi non possono più attendere, e dovrebbero essere largamente condivise: è necessario per rafforzarne la credibilità e l’efficacia.

Per verificare se e a quali condizioni si può costruire l’auspicata convergenza il capo dello Stato ha avviato il giro di consultazioni informali che si concluderà domani. I primi colloqui hanno fatto emergere qualche distinzione nel fronte delle opposizioni, con una posizione di Di Pietro che sembra diversa da quella di Bersani e Casini. Ed emergono anche veti incrociati difficilmente superabili fra maggioranza e opposizioni.

Allo stesso tempo, dopo il pesante tonfo dei BTP e delle banche italiane sui mercati e l’ultimatum dato al governo affinché assuma subito le “ormai improrogabili decisioni”, Napolitano ha continuato a sollecitare le misure richieste: l’attuazione delle manovre di luglio e agosto e il varo immediato di una parte dei provvedimenti preannunciati sabato scorso all’Unione Europea con la lettera di intenti.

Quali provvedimenti anticipare? Quali inserire nella legge di stabiltà? Quali eventualmente rendere immediatamente esecutivi con un decreto legge? Su questi temi il governo ha discusso per tutto il giorno in vista del consiglio dei ministri. Si sono rincorse fra l’altro voci, provenienti dall’interno della maggioranza, secondo le quali gli uffici del Quirinale hanno sollevato obiezioni rispetto al decreto legge messo in cantiere dal governo. Le obiezioni sembra che non riguardino la scelta dello strumento decreto, ma gli effetti politici negativi che il varo di un provvedimento d’urgenza scritto in modo unilaterale dal governo, avrebbe sugli sforzi che il Quirinale sta facendo per costruire un largo consenso sulle misure che sono necessarie e dovute.

Il giro di colloqui di Napolitano, cominciato con la delegazione del Terzo Polo guidata da Pier Ferdinando Casini, ha fatto emergere le diffidenze delle opposizioni. Non ci prestiamo a sostenere furberie e finte soluzioni, ha detto, Casini rappresentando una posizione netta. Siamo disponibili ad assumere delle responsabilità, ha spiegato Casini, nei confronti di un governo che non sia guidato da Berlusconi perché la mancanza di credibilità di questo presidente del Consiglio rende ogni sacrifico inutile.

Benedetto Della Vedova (Fli) faceva parte della delegazione e ha sottolineato un altro punto che concorre a spiegare le riserve sul decerto legge: non siamo disposti a sostenere in parlamento misure decise in modo unilaterale dal governo Berlusconi.

La posizione che il Pd ha esposto al presidente della Repubblica conferma l’asse che Bersani ha creato con Casini. Siamo pronti, ha detto il leader del Pd, a concorrere a un governo di transizione o di emergenza, ma non siamo disposti a sostenere provvedimenti di questo governo. Il Pd, ha sottolineato Bersani, è pronto a soddisfare con proprie proposte le esigenze prospettate dall’Unione EUropea.

Di Pietro non è stato ricevuto al Quirinale, ma ha fatto sapere come la pensa: via Berlusconi, un nuovo governo di larghe intese, ma non con un programma da definire o, meglio ancora, andiamo a votare. Il segretario del Pdl Angelino Alfano andrà domattina al Quirinale, ma ha già annunciato cosa dirà: in questa legislatura c’é solo il governo Berlusconi; siamo aperti alla collaborazione delle opposizione, ma devono confrontarsi con questo governo.

PANIZ, BERLUSCONI HA SBAGLIATO,ORA GIANNI LETTA  – Un altro ‘fedelissimo’ di Silvio Berlusconi, l’on. Maurizio Paniz, prende le distanze dal premier – accusandolo d’aver sbagliato “a portare una commistione fra pubblico e privato” – e in un’intervista al sito ‘Ilnordest.eu’ candida Gianni Letta alla guida di un governo del centrodestra che traghetti il Paese alle elezioni del 2013. Paniz esclude peraltro che Berlusconi possa essere nuovamente candidabile nel 2013, aggiungendo di aver già espresso questo suo pensiero “a chi di dovere”.

ESECUTIVO MONTI? BOSSI FA UNA PERNACCHIA  – Una pernacchia. E’ questa la risposta del leader della Lega, Umberto Bossi, a chi gli chiede cosa ne pensi di un governo guidato da Mario Monti. Bossi si affida al gesto e non pronuncia alcuna parola

IL SENATUR: ‘INUTILE CHIEDERE A PREMIER PASSO INDIETRO’  – “No comment”. Così il leader della Lega, Umberto Bossi, risponde a chi gli domanda se personalmente ritenga necessario un passo indietro di Silvio Berlusconi. Alla domanda se a questo punto il premier debba fare un passo indietro, Bossi afferma: “Berlusconi non lo fa. Inutile chiedere, tanto quello non lo fa”

VERSO MAXIEMENDAMENTO IN CDM – Il Cdm potrebbe approvare stasera il maxiemendamento alla legge di stabilità, e potrebbe saltare il decreto legge. Questa potrebbe essere la novità, si apprende da ambienti di governo, al termine di una lunga giornata giocata sulla possibilità di dare priorità ad un dl sulle misure anticrisi

DA NAPOLITANO OGGI ANCHE PDL E TREMONTI  – Il giro di contatti del presidente della Repubblica prevede anche, si apprende in ambienti parlamentari della maggioranza, colloqui con una delegazione del Pdl, guidata da Angelino Alfano, e con il ministro del tesoro Giulio Tremonti

BANKITALIA, INFONDATE VOCI INTERVENTO EMERGENZA – Fonti Bankitalia definiscono ”prive di fondamento e contrarie alle norme europee” le notizie di stampa secondo cui via Nazionale si preparerebbe ”a un intervento di emergenza che, per esempio, assuma i titoli pubblici italiani detenuti dalle banche nazionali, in cambio dell’impegno ad acquistarne di nuovi a piu’ lunga scadenza”.

CHIUSURA IN RIALZO PER PIAZZA AFFARI, FTSE MIB +2,31%  – Piazza Affari chiude in buon rialzo. L’indice Ftse Mib sale del 2,31% a 15.273 punti

WALL STREET CHIUDE POSITIVA – Chiusura in territorio positivo per Wall Street. Il Dow Jones sale dell’1,53% a 11.835,74 punti, il Nasdaq avanza dell’1,27% a 2.639,98 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell’1,61% a 1.237,88 punti

RITROVA SPINTA (+2,2%) CON UNICREDIT E INTESA  – Piazza Affari ha ripreso lo slancio del mattino e si porta a ridosso dei massimi visti in avvio di seduta. L’indice Ftse Mib avanza ora del 2,25%. Gli acquisti sono guidati dalle banche, con Unicredit in progresso del 7,74% e Intesa del 6,26%. Saipem sale del 5,15%, Tod’s del 4,05%

SPREAD BTP-BUND CHIUDE A 436 PUNTI  – In chiusura dei mercati lo spread tra i Btp decennali e il bund tedesco si attesta a 436 punti base. Il rendimento del decennale italiano resta al 6,19% sul mercato secondario. L’interesse sul titolo quinquennale si attesta al 6,01% mentre quello del biennale al 5,25%.

EURO A 1,3727 DOLLARI DOPO CHIUSURA WALL STREET – L’euro è scambiato a 1,3727 dollari dopo la chiusura di Wall Street.

(Ansa)

 

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