Nella crisi politica e diplomatica scoppiata tra Italia e Francia risulta difficile capire chi sia il più crudele verso i poveri cristi che migrano verso una vita migliore. Fatta questa doverosa premessa, non ci si può nascondere che il governo italiano sia caduto in una trappola per un’evidente inesperienza e inadeguatezza diplomatica, perché l’euforia con cui hanno accolto la decisione francese di condividere il problema dell’emergenza migratoria, quasi fosse una vittoria sui cugini transalpini, hanno innescato la reazione di Le Pen che ha accusato Macron di aver riaperto le porte ai migranti, di conseguenza il Presidente francese , pentitosi dell’aiuto offerto ha avuto una reazione insensata ed oltre misura. Ma è anche vero che l’attuale governo, di errori ne ha commessi abbastanza. Basta guardare al modo, oserei dire, rocambolesco con cui il pur bravo Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha gestito la vicenda: ha affidato ai medici dell’Asl, il compito alquanto bizzarro di separare i migranti deboli da quelli forti, vanificando l’azione del governo e permettendo lo sbarco in Italia di tutti i migranti delle due navi. Si è voluto sacrificare sull’altare salviniano la credibilità di un Paese, rispetto alla probabilità di ottenere in sede comunitaria, il ricollocamento del 90% dei migranti che approdano sulle nostre coste, visto che le navi delle ONG ne trasportano solo il 10%. Nonostante ciò, il governo francese e il suo Presidente Macron non hanno le carte in regola per darci lezioni. Basta osservare quello che avviene al confine con Ventimiglia dove quotidianamente la polizia francese mette in atto una vera e propria caccia al migrante per respingerli in Italia, con maniere forti e brutali, compresi i minori. Quindi solo per dovere di correttezza, nessuno in Europa può scagliare la prima pietra e men che meno dar del disumano all’Italia con i suoi ottomila chilometri di costa, primo approdo per migliaia di esseri umani che fuggono dalle guerre e dalla povertà. Altri paesi sicuramente ne accolgono più di noi, ma questo non li esime da un dovere di solidarietà nei confronti dell’Italia, riconosciuto da ben 18 paesi e sottoscritto dal governo Draghi. Questo però non cancella le nostre responsabilità né le nostre colpe. Alla Meloni mostrare i muscoli in Europa non conviene e né risolve niente. Occorre abbandonare il cabaret e dedicarsi seriamente a risolvere il problema in sede europea, usando equilibrio e capacità di mediazione, evitando liti e strappi inutili. Il nostro Paese non può prescindere da alleati come Francia e Germania. La Premier chiede giustamente di giungere ad una soluzione condivisa sul problema della migrazione, ma la strada obbligata è anche il rispetto delle regole comuni a tutti, anche agli amici sovranisti dell’Est Europa, Orban e Company, per poter riscrivere il Patto di Dublino. Di fronte alle migrazione di milioni di persone si possono assumere due atteggiamenti. Uno è quello rozzo e disumano ma anche inutile, tipico di una destra sovranista/sciovinista, l’altro è quello pragmatico di molti imprenditori che fanno presente che occorre manodopera sia italiana che migrante se si vuole che il Paese cresca.
Andrea Viscardi