Teatro del dibattito la festa democratica di Reggio Emilia di ieri sera. Davanti ad un folto pubblico, il presidente dell’assemblea nazionale del Pd e il leader di Sel hanno infuocato l’incontro con un “scontro”. In vista della futura alleanza Pd e Sel si confrontano su quei temi che porteranno avanti qualora dovessero vincere le elezioni. Durante la serata, Vendola ha attaccato il sindaco di Firenze, definendolo “un juke box ambulante”, nel suo intervento c’è stato il ritorno, gradito alla platea, del vecchio ma efficace “compagni e compagne”. Una serie di consistenti applausi sino al momento in cui il confronto non è giunto al cuore del problema. Evidentemente le parole, assicuratrici, della Bindi non hanno soddisfatto il governatore della regione Puglia. Il presidente del Pd aveva in pratica detto che ci sarà una regolamentazione delle unioni civili, anche quelle omosessuali e che il tutto doveva essere un impegno che il Pd aveva già assunto e che porterà avanti nella prossima legislatura. Una promessa che, però, non ha soddisfatto appieno Vendola che ha replicato:”L’agenda dei diritti civili e sociali va scritta insieme”, “Io non voglio stare in un acronimo”, Ha affermato Vendola che tra l’altro ha ammesso svelando che vuole sposarsi con il suo partner. Il leader del Sel ha continuato attaccando l’Italia ed accusandola di avere “uno standard di diritti civili da repubblica islamica”. La Bindi in pratica gli ha dato ragione ma si è “fermata” al riconoscimento delle unioni e non al matrimonio. A quanto pare sui diritti civili rimangono forti distanze tra l’ala democratica della sinistra e quella radicale. Su una cosa, almeno per il momento, sono d’accordo. Entrambi hanno, infatti, rilanciato dal palco della Festa nazionale del Pd la candidatura di Romano Prodi al Quirinale.