No al terzo mandato, big M5s rischiano: da Di Maio ai fedelissimi di Conte

Il Movimento Cinque Stelle non sta di certo un momento positivo nella sua storia, tra i dissidi interni e i risultati delle amministrative   del weekend del 12 giugno 2022 che non sorridono ai pentastellati. Mentre lo scontro tra il ministro Luigi Di Maio e l’ex premier, nonché presidente del Movimento, Giuseppe Conte si fa sempre più duro, interviene il fondatore Beppe Grillo che chiude in maniera netta al terzo mandato, mandando dunque un chiaro messaggio al capo della Farnesina.

All’interno del Movimento, per tutti coloro che decidono di candidarsi, c’è un chiaro regolamento da seguire. Al momento, tra le direttive dei Cinque Stelle, c’è infatti la regola del doppio mandato, ovvero l’impossibilità di andare oltre ed essere candidato per un terzo mandato col partito.

Nei prossimi giorni ci sarà una votazione in seno al partito per scegliere se continuare o meno con questa linea, tra chi vorrebbe mantenerlo e chi, invece, vorrebbe rimuovere il vincolo. Beppe Grillo, intervenendo sulla questione, ha spiegato: “È una regola la cui funzione è di prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere, se non di una sua deriva autoritaria, che è ben maggiore del sacrificio di qualche Grande Uomo”.

Ma chi sono i pentastellati che, con la regola attuale, rischiano di non potersi ricandidare? Tra i nomi, ovviamente, figurano i nomi di tanti big. A partire dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, passando per il presidente della Camera Roberto Fico   e per l’ex presidente Vito Crimi, tanti sono i politici che dovrebbero rinunciare al mandato.

Ma anche la vicepresidente del Senato Paola Taverna, Fabiana Daidone, Federico D’Inca, Danilo Toninelli e Alfonso Bonafede. A salvarsi, invece, Stefano Patuanelli che può sfruttare il “mandato zero” che non conta l’incarico da consigliere comunale.

Finito al centro delle polemiche di Grillo, che secondo la fazione contiana del M5s con “Grande Uomo” si riferiva proprio al ministro, Luigi Di Maio ha replicato: “Noi non stiamo guardando al 2050 ma è una forza politica che sta guardando indietro. Che senso ha cambiare la regola del secondo mandato? Io invito a votare gli iscritti secondo i principi fondamentali del Movimento perché questa è una forza che si sta radicalizzando all’indietro”.

Il capo della Farnesina ha poi spiegato: “Temo che M5s rischi di diventare la forza politica dell’odio, una forza politica che nello statuto ha il rispetto della persona”.

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