‘Non ho niente da dire’. Taglia corto così con i cronisti la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, al termine dell’incontro a Montecitorio con Luigi Di Maio. Meloni era accompagnata da Guido Crosetto.
Giallo sulla presenza di Fratelli d’Italia in un governo a guida M5S, che il MoVimento bolla come ‘una follia’. L’unica cosa certa è un incontro tra i due leader, Meloni e Di Maio. Il capo politico di M5S ha chiesto di incontrarmi, è la versione della presidente di FdI, e mi ha proposto un via libera a un nostro ingresso nel governo in cambio del sostegno ad una premiership sua o di un altro esponente del M5S. Ho risposto che FdI – che non ha avanzato alcuna richiesta di ingresso nel nuovo esecutivo – non potrebbe mai far parte di un governo a guida grillina. La risposta è che in questo caso, Di Maio avrebbe posto un veto sulla nostra presenza perché ‘troppo di destra.
Dissonante la versione del MoVimento: alcuni di Fdi – ricostruiscono fonti interne – avevano dato disponibilità al sostegno esterno, da qui Luigi Di Maio ha chiesto l’incontro con Giorgia Meloni. Ma è una ‘follia’ la versione secondo cui Di Maio avrebbe chiesto sostegno alla sua premiership.
Far entrare Fdi nella maggioranza sarebbe una mossa anche per spingere Berlusconi a non cedere alla tentazione di votare contro la fiducia. Meloni, allo stato, non avrebbe ancora deciso sul da farsi e preferisce prendere tempo, perché vuol vederci chiaro e capire chi sarà innanzitutto il premier e chiede che vengano rispettati tutti gli altri paletti, considerati ‘irrinunciabili’, indicati da Fdi per dare un appoggio al governo.
Giorgia Meloni aveva ben chiarito le condizioni per entrare al governo: ‘Tre No e tre Sì, per noi irrinunciabili: No alla patrimoniale e a qualsiasi introduzione di nuove tasse. No allo ius soli. No alla possibilità dell’adozione per coppie dello stesso sesso. Sì alla Flat Tax immediata al 15%. Sì al blocco dell’immigrazione, sì all’aumento del 15% delle risorse per il comparto difesa e sicurezza, sì all’incremento dei militari nei luoghi a rischio. Sì a destinare il 50% di investimenti in nuove infrastrutture al Mezzogiorno’ . A monte, aveva concluso la leader di FdI, resta per noi imprescindibile che il governo introduca immediatamente il premio di maggioranza nell’attuale legge elettorale così da permettere senza alibi, in caso di fallimento dell’esecutivo, l’immediato ritorno al voto.