No dei sindaci per tassa di soggiorno per i ricchi

L’annuncio dell’aumento della tassa di soggiorno – da estendere a tutti i Comuni – è calata sugli italiani come una doccia d’acqua bollente all’uscita dal caldo “mare nostrum”.

Per pernottamenti sotto i 100 euro si pagherebbe fino a 5 euro, tra 100 e 400 euro fino a 10 euro, tra 400 e 750 euro fino a 15 euro, oltre i 750 euro anche 25 euro. Milano, Capri, Cortina, Roma, Morterone (33 residenti) non c’è differenza, il sindaco applica le regole. Il caso vuole che siano gli stessi sindaci a temere contraccolpi sulle presenze. La loro associazione – Anci – ha chiesto un incontro per settembre al fine di vederci chiaro. “Si immagina uno schema tariffario (dalla persona al prezzo della camera) senza alcun confronto sulle variazioni di gettito che ne possono derivare. Il rafforzamento dei controlli poi non viene considerato”, ha detto Mattia Palazzi vice presidente Anci. La ministra Daniela Santanchè ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco dopo che si era molto spesa per la nuova tassa. Rimandata a settembre, forse bocciata.

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