Nell’elegante via Filangieri, nasce il primo worldwide tasting restaurant di Napoli, dall’impostazione internazionale, raffinata e innovativa. In carta, le migliori proposte della tradizione enogastronomica di tutti i Paesi del Pianeta, per un gusto senza confini
Napoli. “NOA”, nuovo ristorante chic apre le porte all’insegna della libertà di osare, nella ricercata Via Filangieri, cuore del “centro bene” cittadino.
Un locale assolutamente innovativo: il primo “worldwide tasting” restaurant di eccellenza della città, che propone il food di tutto il Mondo a Napoli.
Una realtà che capovolge il concetto secondo il quale la nostra cucina debba puntare sul cibo tipico partenopeo, da proporre in loco e da esportare, per offrire una interessante panoramica di nuovi gusti caratteristici di tante Nazioni, con i loro sapori e tradizioni, alla clientela napoletana e campana. Dunque, ben oltre la propria proposta enogastronomica nostrana.
Spaziare con la mente libera e desiderosa di provare nuove emozioni degustative,, in ogni dove, per riunire armonicamente in una cucina fusion, i migliori piatti e vini provenienti dalle tradizioni dei cinque continenti.
Intensità e raffinatezze, dal Cile, dal Perù e dal Messico, come dal Giappone e dalla Cina, senza dimenticare la vicina Francia, le spiccate note delle specialità del Marocco e del lontano Brasile dalle mille sfaccettature e dei altri tantissimi Parsi, ciascuno con le proprie bontà e preziosità.
Un vero e proprio itinerario da “Giro del Mondo in una serata”, che affascina e conquista chi si sente “esploratore del gusto” e assicura una coinvolgente alternativa ai tanti annoiati dai soliti sapori, squisiti ma monotoni.
Via libera, dunque, a una cucina senza frontiere né vincoli, né limiti mentali… una cucina assolutamente libera di spaziare.
A presentare questa originale iniziativa è un gruppo di imprenditori napoletani, inseriti nella ristorazione d’eccellenza. A guidarli verso nuove mete, Stefano Vitucci, che è salpato alla ricerca di inedite emozioni, attraverso un approfondito lavoro di ricerca, partendo dal personale. Si è affidato per raggiungere gente l’obiettivo principale, all’esperienza nazionale e internazionale di figure fondamentali. Tra esse, il general manager Giuseppe Gendolavigna, l’executive chef ucraino Alex Pochynok, colonna del Made in Japan partenopeo, la sommelier Flora Manzo e il barman Luca Spano.
I locali di via Filangieri sono stati rinnovati con cura dall’architetto Francesca Faraone che ha puntato a realizzare, riuscendoci, un “salotto nel salotto di Napoli”, ovvero una location raffinata quanto intima, dall’atmosfera soft, in cui il verde e la natura sono protagonisti, e annunciano la loro priorità senza remore, attraverso la presenza di grandi foglie, leit motiv di questa nuova realtà.
Un rooftop esclusivo dove poter cenare all’aperto in un vero e proprio giardino lontano dal caos urbano, aggiunge valore al Noa, il cui nome è ispirato al termine giapponese che indica la quiete, lo “star bene”. Allo stesso tempo, va considerata l’origine polinesiana che denota ciò che in una cultura è libero da vincoli ed è perciò permesso. Il “lecito” in aperta contrapposizione ai tabù e ai “divieti di fare, desiderare, mangiare”.
Un nuovo concept di ristorazione che offre via libera all’immaginazione, alla sperimentazione di piatti dagli abbinamenti inediti e dai gusti assolutamente nuovi per la nostra concezione gastronomica, da scoprire e valutare, da conoscere ed eventualmente amare.
Una linea di cucina dalla personalità spiccata, senza legami con la tradizione, che punta sull’originalità e sui sapori “altri”, ovvero le proposte di gusto più nuove per la nostra cultura.
Nel ricco menù, invitanti proposte crude e cotte, risultanti da contaminazioni, odori, sapori e colori, elaborati all’insegna della lunga esperienza internazionale e cucina fusion del versatile e creativo executive chef Alex Pochynok.
Meticoloso lavoro di ricerca e selezione sono alla base della Wine list, studiata per soddisfare le richieste e rispettare i gusti dei clienti e abbinarsi ad hoc ai piatti della cucina fusion presenti nel menu. È opera della sommelier Flora Manzo, forte di anni di specifica esperienza nel settore, con un passato recente a Londra: il meglio dell’enologia mondiale attraverso vini reputati di eccellenza, provenienti pure da varie nazioni. Spiccano, fra i tanti, quelli californiani, marocchini, francesi e cileni, poco conosciuti dalla gran parte degli italiano, intenditori a parte, ma ampiamente apprezzati sul Pianeta.
La carta dei cocktail, è stata creata dal barman Luca Spano, sempre con ampia visione internazionale e impronta fusion.
Teresa Lucianelli