La nuova Commissione europea è al completo. Almeno secondo le designazioni degli Stati membri. L’ultimo nome arrivato è quello della ministra degli Esteri, Hadja Lahbib, indicata dal Belgio. Anche su esortazione della presidente Ursula von der Leyen che rischiava di avere un collegio troppo maschile.
A unirsi al Belgio anche Romania e Bulgaria, tra gli ultimi a farsi avanti, con nomi femminili: rispettivamente quello dell’eurodeputata Roxana Minzatu e quello della deputata Ekaterina Zaharieva, ex ministra degli Esteri.
La composizione è quindi di diciassette uomini e dieci donne. I commissari uscenti riconfermati sono sette, compresa von der Leyen che, secondo le anticipazioni, dovrebbe presentare la sua nuova quadra l’11 settembre. Al momento è impegnata in colloqui con le persone designate, anche per valutare i vari portafogli da assegnare. Poi i commissari dovranno passare l’esame delle audizioni parlamentari dov’è richiesta una maggioranza dei due terzi per non andare al voto (che è a maggioranza semplice).
“Quel che rende autorevole i commissari sono i portafogli. Mogherini e Gentiloni ricoprivano ruoli di primissimo piano sulla politica estera e sull’economia. Ancora non mi capacito di come Meloni non abbia votato il presidente Costa, votato perfino da Orban. Perché votare un socialista avrebbe fatto arrabbiare Salvini e Vannacci? Davvero non capisco. Come non capisco il voto contrario a von der Leyen dei parlamentari di FdI: Fitto farà parte della Commissione guidata da lei, mica farà la minoranza interna. Meloni a Bruxelles – conclude Bonino – dovrebbe muoversi come il Capo del governo del terzo Paese europeo, un Paese fondatore, che vuole essere protagonista del futuro, non come capo di un partito antagonista dell’Ue”.
Nella scorsa tornata sono stati tre i nomi bocciati: Sylvie Goulard (Francia), Rovana Plumb (Romania) e László Trócsányi (Ungheria). L’Italia ha scelto Raffaele Fitto. Della designazione del ministro per gli Affari Europei e al Pnrr si discuteva da giorni, ma l’annuncio ufficiale è arrivato nell’ultimo Cdm. Tra gli ultimi a farsi avanti il Portogallo – che ha proposto l’ex ministra delle Finanze Maria Luís Albuquerque – e la Danimarca con il ministro della Cooperazione, Dan Jorgensen. La Spagna ha invece ufficializzato la nomina della vice premier e ministra della Transizione ecologica, Teresa Ribera, già noto.
Anche Emma Bonino promuove il commissario Ue indicato dal governo Meloni: “Fitto è un politico esperto e di lungo corso e non è certo un estremista. In più è stato a lungo parlamentare europeo e dovrebbe conoscere meccanismi e regole, scritte e non scritte, delle istituzioni europee”. Così la leader di +Europa al QN.
“Gli faccio i migliori auguri da ex commissaria – aggiunge – con una raccomandazione: ricordi sempre che i commissari servono l’Unione europea tutta, non il governo o il Paese che li ha nominati. Ed è per questo che i suoi attuali alleati di governo in Italia potrebbero presto diventare i suoi più accaniti avversari in Europa”.
“Da questo punto di vista – dice ancora – comprendo l’appello di Casini affinché il Pd voti Fitto, ma credo che per lui e per la nuova commissione i problemi arriveranno da Lega, FdI e dai gruppi sovranisti, più che da liberali, socialisti e Verdi. In questo senso, servirebbe piuttosto un appello alla maturità di Meloni ai suoi”.
Giorni fa, von der Leyen ha avviato una serie di consultazioni con gli Stati membri – in particolare quelli più piccoli – per esortarli a rivedere le loro nomine per inserire qualche nome femminile in più. In particolare, hanno riferito i media maltesi, l’attenzione si è concentrata su La Valletta dove il premier Robert Abela ha proposto il suo capo di segreteria, Glenn Micallef. Von der Leyen avrebbe preferito una donna, magari con una riconferma della commissaria uscente, Helena Dalli, che aveva la delega proprio alla Parità.
Le prime sette donne nominate per il Collegio sono: la presidente tedesca Ursula von der Leyen; l’estone Kaja Kallas (futura Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera nonché vice presidente della Commissione); la vice presidente uscente Dubravka Suica (Croazia); la ministra agli Affari europei svedese Jessika Roswall; l’eurodeputata finlandese Henna Virkkunen e le già citate Ribera (Spagna) e Albuquerque (Portogallo).
I diciassette commissari nominati sono invece Valdis Dombrovskis (già vice presidente della Commissione con delega all’Economia, Lettonia); Thierry Breton (commissario uscente a Mercato interno e industria, Francia); Wopke Hoekstra (commissario uscente al Clima, ex ministro delle Finanze; Paesi Bassi), Oliver Varhelyi (commissario uscente per Allargamento, Ungheria); Maros Sefcovic (già vice presidente con delega al Green deal, Slovacchia); Christophe Hansen (eurodeputato, Lussemburgo); Victor Negrescu (vice presidente del Parlamento europeo, Romania); Magnus Brunner (ministro delle Finanze, Austria); Jozef Sikela (ministro dell’Industria e del commercio, Repubblica Ceca); Apostolos Tzitzikostas (governatore della Macedonia Centrale, Grecia); Michael McGrath (ex ministro delle Finanze, Irlanda); Glenn Micallef (capo segreteria del premier, Malta); Piotr Serafin (ambasciatore presso l’Ue, Polonia); Tomaz Vesel (ex presidente Corte conti, Slovenia); Costas Kadis (ex ministro della Salute, Cipro) e Andrius Kubilius (eurodeputato, Lituania).