di Andrea Viscardi
Così ha dichiarato il Governatore di Bankitalia Mario Draghi, difendendo l’invito, forte, di BCE rivolto all’Italia a procedere subito a quelle riforme che possano dar fiato all’economia, sì da favorire la crescita del Paese e creare immediatamente nuovi posti di lavoro per i giovani disoccupati. In effetti il nostro governo e per esso il Ministro Sacconi è lontano da quanto la BCE vorrebbe si realizzasse, soprattutto perché ha inteso delegare alle parti sociali, abdicando di fatto alle sue funzioni, il compito di creare nuove regole per riformare il mercato del lavoro. Ma le parti sociali i lettori devono sapere sono Confindustria e sindacati che non poche responsabilità hanno nel dualismo del nostro mercato del lavoro. Dev’essere il Governo a varare nuove riforme che aumentino le coperture degli ammortizzatori sociali, a vantaggio dei giovani e delle famiglie con figli a carico. Sono proprio queste categorie maggiormente colpite dalla recessione economica iniziata nel 2008. Il loro reddito disponibile è diminuito più del 6%,mentre la povertà per le famiglie con più di due figli a carico è aumentata di quattro volte di più che per gli altri. Le preoccupazioni per la condizione dei giovani sono rivolte soprattutto al futuro. Chi rimane disoccupato all’inizio della sua carriera lavorativa e non può beneficiare, come avviene nel nostro Paese, di alcun sostegno si porterà a lungo il segno negativo di questa condizione. Chi perde il lavoro, dicono le statistiche, in assenza di ammortizzatori sociali adeguati, si troverà ad avere salari più bassi per 20 anni, con conseguenze negative anche sul lato familiare; in effetti tra queste categorie è più alta la probabilità di divorziare e di non fare figli. Ma quello che più preoccupa è che questi problemi vengono sistematicamente ignorati dalla politica che guarda a chi ha più di 60 anni e non si rende conto che non favorendo subito l’inserimento nel mercato del lavoro delle giovani generazioni, si correrà il rischio concreto a breve di una popolazione di pensionati da una parte e dall’altra una classe di disoccupati cronici a carico delle famiglie od addirittura dediti alla delinquenza, per non parlare poi di un progressivo, quanto ineludibile, decremento demografico. Occorre quindi che i giovani pacificamente facciano sentire sempre di più la loro voce con un loro più attivo impegno nella politica così, una volta per tutte, e le condizioni ci sono in questo momento storico, potranno finalmente programmare il loro futuro cacciando i mercanti dal tempio e allontanando i falsi profeti.