Giuseppe Conte con Alfonso Bonafede la battezzò ‘legge spazzacorrotti’ consegnando alla magistratura e ai suoi referenti politici il controllo assoluto dell’attività politica e amministrativa del paese, ponendo come obiettivo da colpire chi provava a mettere in discussione la legittimità, e la legalità di quel sistema. Luca Palamara in seguito svelò i sistemi di chi operando nell’ombra inquinava la democrazia.
Oggi il ministro Carlo Nordio ha preso la decisione di smantellare quell’obbrobrio illiberale. È partito un fuoco di sbarramento intenso e violento con l’Italia in balìa di trafficanti, mafiosi e corrotti. La cosa che colpisce è che su questo palcoscenico salgono a turno per dire la loro magistrati, politici e giornalisti i cui nomi sono esattamente gli stessi che troviamo nell’indice del libro “Il sistema”, cioè i compagni di viaggio, i beneficiati e capibanda del sistema Palamara che per vent’ anni e passa hanno gestito in modo correntizio, clientelare, politico e fazioso, in altre parole scandaloso, la giustizia italiana.
La battaglia di Nordio è una vera battaglia riformatrice liberale nel segno del rigore della trasparenza e della legalità, concetti ignoti a Bonafede e ai suoi diretti interessati.