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L’ex procuratore di Venezia, Carlo Nordio, non solo plaude alla riforma della Giustizia voluta dal Governo Draghi, ma evidenzia i meriti della ministra, Marta Cartabia, ritenendo che il testo sia il «migliore dai tempi di Guido Gonella». Insomma, l’esperto magistrato, ora in pensione, promuove l’ex presidente della Corte Costituzionale. E lo fa dalle colonne di “Libero”, diretto da Alessandro Sallusti, autore del libro il “Sistema” di Luca Palamara.
«E’ andata come doveva andare. L’obiettivo era assicurare all’Europa che stavamo cambiando rotta sulla giustizia, per ottenere gli aiuti economici. Risultato raggiunto, quindi bene» dichiara Carlo Nordio. La Cartabia «Ha fatto ciò che le si chiedeva di fare, e quindi ha dimostrato di essere all’altezza del compito. L’Italia ha avuto alcuni ministri della Giustizia altrettanto titolati e prestigiosi, che però sono stati deludenti nel raggiungere gli obiettivi. E poiché la politica si giudica non dalle intenzioni, ma dai risultati, confermo che ritengo Marta Cartabia la migliore dai tempi del grande Guido Gonella».
Per Nordio, inoltre, la riforma Bonafede, ministro della Giustizia nei Governi presieduti dall’avvocato Giuseppe Conte, «è stata di fatto cancellata, e questo è ciò che davvero conta». Poi entra nel merito della riforma, parlando un «regime particolare» peri reati di mafia, terrorismo, traffico internazionale di stupefacenti e violenza sessuale, per i quali il giudice potrà prorogare i termini della prescrizioni. «Sono aggiustamenti che non faranno né male né bene. Questa riforma non influirà molto sulla lunghezza dei processi, salvo aver eliminato l’obbrobrio della loro eterna durata introdotta da Bonafede. Ma ciò che conta è aver dato un segnale all’Europa per ottenere gli aiuti necessari».
Nordio, che ha sempre avuto una posizione critica sul Consiglio Superiore della Magistratura, firmando tra le altre cose i referendum promossi da Lega e Radicali, oggi pensa che «ora bisogna occuparsi del processo civile e di tante altre cose. Un sorteggio vero richiederebbe una riforma costituzionale, un sorteggio “a metà” richiederebbe un consenso che in questo parlamento non c’è. Speriamo quindi nel prossimo parlamento, e soprattutto nel referendum».
Norbio insiste sulla riforma del processo civile. «È la riforma più importante. In questo momento l’emergenza è essenzialmente economica e la lentezza delle cause impatta sull’economia ancora di più di quella dei processi penali, perché impedisce gli investimenti degli stranieri in Italia, e favorisce la fuga all’estero degli investimenti degli italiani».