Il ministro della Giustizia Carlo Nordio a Sky Tg24, in riferimento a un’intervista del presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia sulla disciplina delle intercettazioni e sull’abuso d’ufficio ha spiegato che “venendo meno il reato di abuso di ufficio, viene meno la condanna e quindi avviene una revisione. Ma anche qui si è molto esagerato, le condanne per abuso di ufficio in quanto tale sono molto poche. Le cifre di 3mila condanne intanto a noi non risultano e si tratta soprattutto di condanne sospese e quindi si tratterebbe di una revisione puramente platonica. Su 1.000 processi per abuso di atti ufficio alla fine le condanne sono 4 o 5, spesso connesse con altri tipi reati”.
“Bisogna vedere – ha continuato – quante persone entrano ingiustamente in carcere e vengono poi rimesse in libertà dal tribunale del riesame. Nel 2022 su 12mila provvedimenti cautelari impugnati 1.200 sono stati annullati, quindi il 10% è finito in carcere mentre avrebbe dovuto restare libero, e 1.940, quasi il 20%, hanno avuto il provvedimento modificato, cioè dal carcere sono passati agli arresti domiciliari. Il che significa che in un anno 3mila persone sono state incarcerate da un gip e scarcerate da un giudice carcerario. Perché intervenire dopo, quando il gip ha sbagliato? Devolviamo subito l’ordinanza di custodia cautelare a tre giudici che invece di intervenire dopo intervengono subito e avremo 3.500 carcerati in meno”.
“La separazione delle carriere – ha infine ribadito – è nei nostri programmi, è un vincolo nei confronti dell’elettorato e va fatta ma per essere fatta bene esige una riforma costituzionale”. “L’iter è lungo – ha ricordato Nordio – la scelta politica è stata quella di dare la precedenza al premierato. La separazione delle carriere interverrà in un momento successivo, entro la fine della legislatura: il governo e la maggioranza hanno tutti i requisiti per restare altri quattro anni”.