Nostra signora della santa morte

Nostra Signora della Santa Morte

Intervista anatomica all’autore Dino Lacanfora

Incontro Dino Lacanfora, poliedrico artista di Bernalda, classe 1976. Cantante rock, compositore, videomaker, sceneggiatore, producer e autore di sei romanzi: Gino Bino Brillo (2008), Le filastorpie (2009), Frankenstein Revolver(2010), La fata in calzamaglia (2011), Sex & Petrol & Rock’n’Roll (2017) ed ultima e sesta opera Nostra Signora della Santa Morte (2018) per Edigrafema Casa Editrice.

Voglio stabilire il giusto kontakte grenz, il confine di contatto.

 – Dino? Dino Lacanfora? Signor Lacanfora? Del tu, del Lei o del Voi?
 – Gran bella domanda. Ho sempre avuto il desiderio di stilare un resoconto del rapporto fra Dino Lacanfora e il signor Lacanfora, la storia di come uno abbia lanciato un’esca per l’altro, possibile prolungamento intellettuale e spirituale, e di come Dino Lacanfora abbia dovuto valutare quell’esca prima di decidere se accettarla o meno. Il signor Lacanfora è semplicemente una connessione fantastica tra me e tutto quello che mi circonda, vicino o distante che sia. Lo si potrebbe chiamare quindi signor Astratto, signor Indescrivibile, signor Fantasmagoria. Il nome che io ho scelto per lui è signor Lacanfora. Egli rappresenta il punto di vista dell’uomo comune reso non più comune grazie ad un particolare potenziale energetico in grado di proiettarlo in un universo semimagico. Mettiamola così, la cruda realtà filtrata dall’occhio del signor Lacanfora diviene Fantastico, la stramba anatomia del suo bulbo oculare ha la capacità di trasportati forse in altre dimensioni in cui l’enigma della mente, quello del cuore e quello dello spirito cercano di essere svelati.
E adesso puoi anche darmi del tu.
– E allora continuiamo con lo svelamento dell’uomo e dello scrittore, partendo proprio dal titolo del tuo ultimo romanzo “Nostra Signora della Santa Morte”.
Il tuo rapporto con le Signore, signor Lacanfora.
– Non è un caso che io abbia scelto una Santa e non un Santo come protagonista del mio romanzo. O forse è stata proprio lei, la Nostra Signora, a scegliere me, consapevole dell’attrazione e del fascino smisurato che l’universo femminile ha sempre esercitato su di me. Si ama chi è il riflesso di noi stessi, oppure lo si odia. È come se la Nostra Signora della Santa Morte col tempo avesse creato un enorme edificio dinanzi a me e mi avesse invitato ad entrare. L’edifico è costituito dalle pagine del romanzo che ho scritto. Ed è al suo interno che ho cominciato a comprendere e visualizzare sotto una luce nuova quanto mi accadeva intorno. Oggi mi guardo intorno, ci sono nuvole in cielo e soffia il vento, ma nonostante questo finalmente tutto mi appare più luminoso. Per questo non posso far altro che ringraziare la Nostra Signora per avermi preso per mano e condotto attraverso questa incantevole esperienza.
– Ti andrebbe di parlarci del tuo rapporto con la Santità? Credi in Dio? Aspiri a qualche perfezione spirituale?
 
Quando cerco di dar parole ai pensieri che riguardano colui che io chiamo con il nome di Dio mi ritrovo quasi sempre a balbettare. Credo di aver finalmente capito quello che il concetto di spirito, energia e universo vogliono dire, ma non riesco a spiegare esattamente neanche a me stesso quello che capisco. Sono convinto che la religione, come la scienza, abbia un unico scopo: insegnarci a “vedere”. Soltanto se ” vedi” riuscirai a entrare un quella che molti definiscono una sorta di danza cosmica. Cascate di energia mosse da ritmi pulsanti che creano e distruggono particelle in un flusso continuo. Ogni Dio, a qualsiasi religione egli appartenga, si trova in quella musica. I simboli e le scritture sacre è probabile che siano solamente dei semplici spartiti che la maggior parte dell’umanità non è ancora riuscita a decifrare. La santità? Il santo è un aspirante musicista. La musica è poesia, e tuttavia anche scienza.
Sì, forse aspiro alla santità.
– Morte: ultima parola del titolo del tuo romanzo, ultima parola del personale romanzo non scritto che ognuno di noi chiama Vita. Cosa credi sia, in realtà, la cessazione delle funzioni biologiche?
Se possedessi una verità, una risposta astrattamente concreta a questo grande quesito, di sicuro lo custodirei come un segreto assolutamente inviolabile. Penso che il genere umano non sia ancora giunto ad un giusto grado di preparazione per riuscire a gestire adeguatamente un flusso di conoscenza pura. Si pensi solo alle scoperte di Albert Einstein nell’ambito della fisica moderna e all’uso estremamente stupido che l’uomo ne ha potuto fare con l’utilizzo della bomba a fissione nucleare. Il balzo del pensiero di un individuo nel miracoloso, il suo allungarsi oltre i limiti del comune raggiungendo l’inconcepilbile e riassumendolo in una semplice formula, questa è bellezza. Ma la bellezza, la conoscenza, in mani sbagliate può diventare orrore. Di sicuro una buona parte dell’umanità non è ancora pronta per la bellezza. Prova a immaginare cosa accadrebbe se l’incognita della morte venisse improvvisamente palesata al genere umano. Sarebbe un vero disastro. Mi chiedi dunque cosa succede dopo la morte? Ecco, mettiamola così: è un segreto che porterò con me nella tomba.
– La tomba. The tomb. Un giudizio su colleghi, allora. Lovecraft o Poe? Hanno avuto influenze sul tuo periodare?
Da quando da bambino ero un bambino ecco chi erano e chi sono i miei compagni di giochi nella mia stanza dei giochi: Carrol, Gurdjieff, Milton, Fulcinelli, Meyrink, Blavatsky, Charles Fort, Arthur Machen, Beethoven, Rimbaud, Poe, Lovecraft, Dostoevskij, Shakespeare, Houdini, Buzzati, Bulgakov, Márquez, Rodari, Fante, Bradbury, Carver, Bierce, Hugo, McLuhan…
– …e Nick Cave che come te, Signor Lacanfora, scrive e suona. Nel tuo romanzo sono entrate le note? Suoni, ritmi o melodie?
 
In genere mi capita di scrivere un romanzo e nello stesso tempo di comporre delle canzoni. Nel mio personale spazio-tempo creativo scrittura e suono diventano due forme di espressione che parlano una sola lingua. È un processo che per me avviene istintivamente. La musica è fondamentale per me, se lei mi abbandonasse sarei immerso nel buio, completamente solo. E da solo non riuscire a fare un passo. Lei mi accompagna in ogni istante, come una sorta di preghiera interna. È grazie alla musica che ho incominciato a capire che cosa sia la scrittura. Il suono delle parole, la polifonia dei concetti, l’armonia delle idee, lo spirito e la mente che divengono una gigantesca orchestra diretta dalla grande maestra universale: l’ispirazione. Tutto questo lo si può trovare nei miei romanzi, ma il vero e unico scopo è uno solo, quello di arrivare a me stesso, e da me stesso agli altri.
– …gli altri a cui arrivi con il tuo immaginario sotto forma di libro. Nel tuo immaginario, invece, come è fatto il lettore del Signor Lacanfora?
 
Il mio lettore ideale è un piccolo umanoide che vive su Plutone. Lui camnina, usa le mani, ha uno stile esotico, parla, sogna, desidera, guarda il mondo dallo spazio con gli occhi, non vive sospeso nell’aria o immerso nell’acqua, è di indole pacifica, è dotato di una particolare forma di intelligenza, ma nonostante questo è molto differente dai terrestri. Se ne sta lì su Plutone a contemplare il pianeta terra, per molto, molto tempo, in silenzio.
“È proprio da lì che arriveranno gli alieni.” pensa, senza smettere di fissare il nostro globo.
Ecco, oso sperare che verrà il giorno in cui mezzi sconosciuti alla nostra scienza attuale mi diano la possibilità diretta di portare la mia scrittura ad abitanti di altri mondi.
Te lo auguro, buona arte e alla prossima, Signor Lacanfora.
Barbara Lalle

Foto di Riccardo Puntillo

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