L’operazione Dionisio della polizia di Novara ha fatto emergere una setta che da 30 anni gestiva e abusava sessualmente e psicologicamente di giovani ragazze. Decisiva la denuncia di una minorenne. Numerosi e gravi i reati in ambito sessuale, finalizzati alla riduzione in schiavitu’ delle minori. A capo dell’organizzazione un 77enne, denominato “il Dottore”, venerato dai suoi adepti come una sorta di Dio al quale tutti devono pedissequamente obbedire, pena l’isolamento dal gruppo settario. Le indagini sono durate oltre due anni e hanno permesso di accertare che il leader della setta delle “bestie” (questo e’ il nomignolo con il quale si chiamavano tra di loro) veniva coadiuvato da alcune vere e proprie aguzzine. Il gruppo avrebbe agito attraverso un centro psicologico e una fitta rete di attivita’ commerciali, tutte riconducibili alla setta, come due scuole di danza o una scuola di “Spada Celtica”, diverse erboristerie, una bottega di artigianato, e persino una casa editrice tramite cui il gruppo riusciva a reclutare ignare vittime. Le “prescelte” erano adolescenti o addirittura bambine, come nel caso della giovani che per prima ha sporto denuncia, venivano introdotte alla filosofia della setta ed iniziate a “pratiche magiche”, tra le quali, soprattutto, si annoveravano delle pratiche sessuali, spesso estreme e dolorose, vere e proprie torture, che servivano, nella logica impartita dal leader , ad annullare “l’io pensante”, “accendere il fuoco interiore” ed entrare in un “mondo magico, fantastico e segretissimo”.
I membri della famiglia venivano inglobati nella setta e indotti a sottostare alle volonta’ del “Dottore”, oppure si imponeva alle adepte di tagliare ogni tipo rapporto con loro. Il “Dottore” decideva l’indirizzo di studi, i corsi formativi o il lavoro che le ragazze dovevano effettuare, quasi sempre presso le attivita’ commerciali legate all’organizzazione con il fine di vincolarle indissolubilmente al gruppo settario. La setta aveva avuto origine a meta’ degli anni 80 dalla fusione di due gruppi paralleli, la cui sede principale e’ stata individuata nella provincia di Novara, in casa “del Dottore” e nel quale sono avvenuti i fatti-reato di maggiore rilevanza. L’uomo pero’ controllava le adepte ovunque, tramite la sua rete di collaboratrici, che operavano anche nel milanese o nel pavese. La setta aveva anche un interesse economico, riceveva infatti versamenti di denaro dai membri, che erano particolarmente esosi nel caso di condizioni economiche agiate. Non a caso i nuovi membri venivano opportunamente scelti fra persone facoltose.
Spesso le vittime erano ragazze dal livello culturale molto elevato, grazie al lavoro di psicologhe professioniste, a loro volta adepte, le quali, facendo leva su uno stato di fragilita’ emotiva delle “prede”, anche solo momentaneo, intraprendevano l’opera di indottrinamento. Le neofite venivano riempite di attenzioni, di premure e sottoposte ad un vero e proprio “lavaggio del cervello”; cio’ le portava ad aprirsi sempre piu’ alle prassi dell’organizzazione, fino ad accettare acriticamente insopportabili violenze e soprusi di ogni genere. Le perquisizioni e i sequestri sono stati eseguiti con la partecipazione del personale delle Squadre Mobili di Torino, Milano, Genova, Pavia, Alessandria, Asti, Biella, Vercelli, Verbania e Aosta, nonche’ da equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Milano e Torino.