Svolta sulle multe da autovelox, con la Cassazione che ha annullato alcune sanzioni dopo il ricordo di un automobilista di Reggio Emilia
Importanti novità per gli italiani alla guida, con una sentenza della Corte di Cassazione che apre a un precedente che molti automobilisti in futuro potrebbero sfruttare. I giudici, infatti, chiamati a decidere su una controversia aperta da un automobilista, sono arrivati a una storica sentenza che fa ancor più luce sul Codice della strada e sulle multe da autovelox che, da qualche settimana, potrebbero non essere più pagate. Perché? La motivazione è contenuta proprio nella sentenza della Cassazione.
Multa da autovelox, il caso in Cassazione
A ricorrere contro una multa presa da un autovelox nella provincia di Reggio Emilia è stato un automobilista che si è visto recapitare a casa una sostanziosa sanzione pecuniaria. Il conducente, infatti, ha trovato tra la posta una multa per eccesso di velocità registrato su una strada dove il limite era 50 km/h e nella quale, secondo i rilievi, lui era transitato a oltre 90 km/h.
L’automobilista, però, aveva deciso di impugnare la sanzione in quanto della segnalazione dell’autovelox, sulla tratta incriminata, non c’era traccia. Il giudice di pace ha ritenuto illegittima la sanzione proprio perché non era stato rispettato l’obbligo di segnalazione della postazione di controllo della velocità, in quanto la multa era stata originata da un rilevamento dello Scout speed, l’apparecchio utilizzato per il rilevamento della velocità istantanea dei veicoli che viene installato sulle auto delle forze dell’ordine.
In secondo grado il tribunale ha confermato la sentenza del giudice di pace, sottolineando l’obbligo di preventiva segnalazione delle postazioni su rete stradale, in quanto la segnalazione stessa ha lo scopo di avvisare gli automobilisti per “orientarne la condotta di guida”. L’Unione dei comuni della Pianura reggiana ha quindi deciso di ricorrere in Cassazione, sostenendo che l’obbligo di segnalazione non fosse valido per gli autovelox installati a bordi dei veicoli, ricorso è stato però respinto dai giudici (qui vi abbiamo parlato della tassa occulta dei Comuni).
La decisione della Cassazione sulle multe
Con la sentenza dello scorso 25 gennaio, quindi, si è arrivati alla svolta. Il ricorso, rigettato dalla Cassazione, si basa sul contrasto che è nato tra il decreto ministeriale e il Codice della strada. Se il primo esonera dall’obbligo di segnalazione la modalità Scout speed, il codice invece prevede che l’obbligo per le postazioni sulla rete stradale sia sempre valido.
Secondo i giudici della Cassazione, quindi, la presenza degli autovelox deve essere sempre segnalata attraverso e per questo motivo ci sono diverse modalità. È possibile, per esempio, installare sulle autovetture dei messaggi luminosi con scritto ’controllo velocità’ o ’rilevamento velocità’. Quindi, secondo i giudici, il tribunale ha operato correttamente quando ha deciso di annullare la multa comminata con il dispositivo Speed scout, la cui presenza non era segnalata (qui vi abbiamo parlato delle città che incassano di più dalle multe degli autovelox).
Quanto avvenuto ha comunque un precedente, in quanto sempre a gennaio la Cassazione si era espressa positivamente per un ricorrente che aveva chiesto l’annullamento di una multa presa da un autovelox situato in una strada priva di banchina. In quel caso, si evidenzia nella decisione dei giudici, la multa è stata annullata in quanto la banchina viene ritenuta essenziale per poter qualificare la strada come “extraurbana secondaria”.
Il Codice della strada, dunque, ha la meglio sul decreto ministeriale anche se la Cassazione sottolinea che la legge prevede la possibilità di contestare l’infrazione esclusivamente su alcune tipologie di strade.