Nucleare: quale futuro in Italia? I progetti del governo sul suo utilizzo

Un tema  caldissimo affrontato all’Assemblea di Assolombarda è il nucleare. Spada ribadisce con forza che il nucleare “garantisce la più alta produzione energetica a fronte della minore emissione di CO2 e ci permette di ridurre l’esposizione ai rischi geopolitici”. La definisce “una priorità importante“: 2/3 del fabbisogno nazionale di energia viene dal Nord Italia, che può far meno affidamento su alcune fonti rinnovabili, come, per esempio, l’eolico.

Ricorda come in Cina, poche settimane fa, sono stati approvati ben 11 nuovi reattori nucleari e si stima che la loro costruzione durerà 5 anni. “Apprezziamo l’impegno da parte del Governo di arrivare ad un quadro giuridico entro la fine dell’anno, così come l’impegno del Mimit di realizzare una newco italiana con partnership tecnologica straniera per i reattori di terza generazione. Serve però anche una precisa pianificazione finanziaria e operativa”.

Nucleare come “fonte imprescindibile, insieme al gas naturale, alle rinnovabili, all’idrogeno” per assicurare una strategia di transizione energetica. Intanto, gli studi – sottolinea ancora – dicono che 20 impianti small modular reactor porterebbero a più di 50 miliardi di euro di Pil aggiuntivi, attivando fino a 117mila occupati dal 2030 al 2050.

Non dimentichiamo che negli ultimi mesi abbiamo visto annunci di aziende come Amazon e Microsoft che intendono utilizzare l’energia nucleare per alimentare i loro data center. Microsoft vuole puntare sull’Italia più di 4 miliardi. “Questo significa che bisogna preparare una filiera di costruzioni, di infrastrutture e permessi energetici, di autorizzazioni per i data center. Gli Stati Uniti lo stanno facendo”.

“La priorità sono le infrastrutture e le imprese, non l’iper-regolamentazione” conclude Spada. “I dati certificano un impressionante ritardo rispetto agli Usa. I tre principali operatori cloud americani hanno oltre il 65% del mercato globale ma anche di quello europeo. Il più grande operatore cloud europeo rappresenta appena il 2% del mercato dell’Ue. Per temi di frontiera, come le tecnologie quantistiche, le aziende europee attirano solo il 5% dei finanziamenti privati globali, contro il 50% delle aziende degli Stati Uniti. La burocrazia è un costo insopportabile per lo sviluppo tecnologico. Per le grandi imprese, per le Pmi, per le startup”.

Orsini incontra Urso

Anche Confindustria chiede da tempo al governo di rivedere il Piano Transizione 5.0. Parlando a margine al convegno dei Giovani imprenditori a Capri qualche settimana fa, il presidente degli industriali Emanuele Orsini ha chiesto con forza una semplificazione del programma.

Serve, dice, aprire il Piano anche agli investimenti avviati nel 2023. “Chi ha dato l’acconto nel 2023 per gli incentivi di Industria 4.0 e non ha ancora realizzato l’impianto potrebbe utilizzare gli incentivi di Transizione 5.0, magari modificando l’impianto, stando attenti ai requisiti ambientali” dice. “Credo possa essere un’accelerazione che aiuti le imprese”.

Il presidente di Confindustria ha incontrato il ministro Urso per chiedere una serie di chiarimenti e interventi immediati. Tra questi, i più urgenti riguardano i tempi degli investimenti, le regole troppo strette imposte dal DNSH (Do No Significant Harm, che prevede che gli interventi previsti dai Pnrr nazionali non arrechino nessun danno significativo all’ambiente), il divieto di cumulo con altri incentivi Ue, e poi richieste specifiche per i settori dell’edilizia, dei trasporti e dell’agricoltura.

Adolfo Urso, ha incontrato a Palazzo Piacentini una delegazione di Confindustria guidata dal presidente Emanuele Orsini, insieme al vice presidente per la politica industriale e il Made in Italy, Marco Nocivelli, e al direttore generale, Maurizio Tarquini, per un confronto sul Piano Transizione 5.0 a poco più di un mese dall’apertura della piattaforma avvenuta lo scorso 11 settembre.

Durante l’incontro Urso e Orsini hanno sottolineato come il Mimit e Confindustria stiano lavorando in sintonia per fornire chiarimenti alle imprese e facilitare l’accesso al nuovo pacchetto di incentivi dedicato agli investimenti in digitalizzazione, transizione green e formazione del personale.

Al termine della riunione il ministro ha annunciato che, in accordo con Confindustria, nei prossimi giorni verranno presentate alcune modifiche richieste dal tessuto produttivo per aumentarne l’accessibilità, tra cui l’innalzamento delle aliquote, chiarimenti e ulteriori semplificazioni delle procedure.

Oggi gli Smr «sono la via, lo ha detto anche Google, che dice i nostri data center saranno alimentati a Smr, cosi’ come Amazon», ha affermato Emanuele Orsini, presidente di Confindustria. L’energia «per noi vuol dire sicurezza nazionale, vuol dire incrementare l’indipendenza energetica. Sempre con gli spagnoli quando abbiamo parlato di energia ci hanno detto “la fortuna e’ stata la scelta dei nostri genitori sul nucleare”». Quindi, oggi, «non possiamo non dire: ovvio che serve un mix energetico, ovvio che servono rinnovabili, ma quello che abbiamo pensato per oggi non e’ abbastanza».

Gli Smr sono Small Modular Reactors, cioè reattori a fissione nucleare di piccola taglia che servono per produrre energia elettrica e termica. Sono modulari, cioè possono essere formati da più unità, sono dunque particolarmente flessibili e adattabili al contesto.

Energia nucleare, il ministro Urso annuncia: «Entro fine anno nuovi impianti. Ci sono anche amministratori che si fanno avanti per ospitare le nuove centrali. È il caso del presidente della Lombardia Attilio Fontana che si è detto disponibile alla creazione di una centrale nucleare di ultima generazione in Lombardia. «Dobbiamo guardare al futuro e sfruttare tutte le possibilità», ha detto intervistato a Radio 24. «Sono convinto – ha aggiunto – che tutte le energie rinnovabili non siano sufficienti a dare una risposta alle necessità».

Il governatore ha ricordato l’aumento del Pil in Lombardia dopo il Covid, «il più alto in Europa»: «i nostri imprenditori riescono a vincere» e questo «nonostante il costo dell’energia» per questo è importante trovare soluzioni sul tema. «Se tutti i governatori dicessero ‘non in casa mia’ – ha concluso – non si andrebbe da nessuna parte».

“Un paese come l’Italia che vede un’esplosione dei consumi di energia, deve percorrere tutte le strade per la produzione dell’energia, rispettando l’emissione zero al 2050. Sono le parole di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ospite oggi a Venezia al Hydrogen Forum 2024 The Mediterranean Forum on Hydrogen, il convegno internazionale organizzato da Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità (VSF) e Green Hydrogen Organization. “Un’energia pulita senza emissione è l’energia nucleare” ha continuato il ministro, aggiungendo: “Parlo di fissione di terza generazione e di quarta generazione, parlo di piccoli reattori

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