Nugnes e De Falco: i ‘capi’ ribelli 5Stelle contro Luigi Di Maio

Il Movimento 5 Stelle rischia di implodere. A pochi mesi dalla stipula del contratto di governo con la Lega di Matteo Salvini, i 5Stelle devono confrontarsi con la ‘realpolitik’. Era bello e facile gridare, stando all’opposizione, contro tutto e contro tutti. Governare un Paese che si chiama Italia è molto, ma molto difficile. Giocoforza, tanti slogan utilizzati in campagna elettorale e utilizzati, a fase alterne, in queste ultime settimane non fanno più breccia nell’elettorato pentastellato. Tutti si sento traditi da tutti e su tutto quanto detto negli ultimi anni. No alla Tav, no alla Tap, mai nessun condono, mai cedere all’avversario. Invece si starebbe facendo tutto il contrario di quanto promesso. E così, tra duri e puri, ortodossi e ribelli aumenta la fronda  nei 5 Stelle sui temi caldi che sono all’ordine del giorno del governo gialloverde. Il ‘politically correct’  di Luigi Di Maio piace, meglio i ‘vaffa’ delle piazze. Sì, ma bisogna anche governare, guardando al futuro, questo Paese chiamato Italia. Di Maio ha provato a metterci una pezza parlando di esercito romano e minacciando l’espulsione per i non allineati. Ma la fronda dei dissidenti, per motivi prettamente elettorali, si allarga sempre di più. E soprattutto sembrano determinati a tenere il punto.

Il generale Gregorio De Falco, non intende fare dietrofront su alcuni degli emendamenti al decreto sicurezza, il testo fortemente voluto dalla Lega e dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Per me sono irrinunciabili”, ha spiegato il senatore che spinge per modificare il decreto Salvini assieme ai colleghi Paola Nugnes , Matteo Mantero ed Elena Fattori. Tanto che su questo argomento è in programma una assemblea congiunta del M5S.

“Siamo fuori tempo massimo – ha spiegato Nugnes – per parlare del decreto sicurezza e per cercare un modo di partecipare e collaborare”. “Il decreto è migliorato, ma non è del tutto ancora accettabile”, ha detto il senatore De Falco.

Ma sul tavolo ci sono anche i dossier Tav e tap che agitano la base dei Cinquestelle. Contrari al gasdotto sono i senatori Lello Ciampolillo, Saverio De Bonis e la deputata Sara Cunial, che nei giorni scorsi hanno tuonato contro la decisione di Conte di andare avanti con i lavori”.  E poi c’è il decreto fiscale sul quale non si contano più i mal di pancia tra i pentastellati. I più focosi sono  la deputata, Carla Ruocco, e il senatore Elio Lannutti che in una nota hanno chiesto la modifica del decreto. “Dovrà essere modificato – dicono in coro – rispettando i principi ispiratori del Movimento 5 Stelle”.

E all’orizzonte spunta la sagoma di Di Battista. Per Luigi Di Maio sono ore importanti per non perdere la leadership del Movimento. E forse solo l’alleato Salvini potrà essergli di aiuto.

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