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Stasera 16 novembre 2022, al Teatro Sala Umberto in Via della Mercede, nel cuore di Roma, prima dello spettacolo “A che servono questi quattrini” di Armando Curcio, con la regia di Andrea Renzi, una produzione del Teatro di Napoli, La Pirandelliana, con protagonista: Valerio Santoro, Nello Mascia, Giovanni Esposito.
A che servono sti quattrini, fa parte del teatro tradizionale umoristico dei fratelli De Filippo, andato per la prima volta in scena a teatro nel 1940 e poi prodotto anche cinematograficamente nel 1942.
La storia si muove intorno al Marchese Parascandolo detto il Professore, un nobile decaduto che con serenità accetta la sua nuova condizione di povertà, facendo dell’opportunismo una filosofia di vita, dimostra grazie all’esempio dei grandi pensatori quali Socrate, Platone e Diogene, che si può vivere anche senza possedere denari.
“Se voi vi affacciate a questa finestra cosa vedete?” “Case, case, case…un mare di cemento”
Talmente abituati a lavorare e costruire che quando riposiamo ci annoiamo, la soluzione?
Non abituarsi a lavorare, ma convivere con l’ozio, abituandosi ad esso così da non provare più noia.
Il Marchese induce il giovane Vincenzino a non andare più a lavorare e a pensarla come lui e quando i debiti aumentano e le avversità ci assillano, basterà ripetere: “nun me ‘mporta, non me passa manco pa’ capa!” e tutto sembra svolgere al peggio, fino a quando arriva la notizia di una modestissima eredità da parenti lontani e grazie ad essa i due riusciranno a far credere a tutti di essere diventati milionari così da svoltare.
Una commedia che racconta un’ assurdità, nella quale non conta possedere veramente qualcosa per raggiungere un obiettivo, ma basta avere un pò di furbizia e immaginazione.
Una commedia umoristica, che fa riflettere oltre che ridere, una favola che si contestualizza nel mondo politico, di ieri e di oggi, specchio di in una società fatta di apparenze e falsità, alla quale crediamo.
Al centro della scena un muro grande, metafora del limite umano, dell’ostacolo che si pone in mezzo ai rapporti interpersonali, dell’insieme di convenzioni e pregiudizi che innalziamo intorno a noi.
Valentina Nasso
